In occasione della giornata nazionale per la prevenzione e la cura dell’incontinenza, che si svolge sempre il 28 giugno e quest’anno è arrivata alla XIX edizione, si è fatto il punto su questa disfunzione. In proposito, gli esperti esortano a parlarne e a non avere vergogna di un disturbo che può essere curato.
Secondo la Federazione Italiana Incontinenti e Disfunzioni del Pavimento Pelvico – FINCOPP OdV, che promuove la Giornata, in Italia l’incontinenza ha un costo globale di 3 miliardi di euro. A tale cifra bisogna sottrarre circa 600milioni di euro per i prodotti ad assorbenza, 130milioni di euro per le stomie, 72milioni per i cateteri e 70milioni per le ulcere cutanee, oltre i costi della filiera distributiva e l’iva al 4%.
Il Presidente dell’Associazione Francesco Diomede dichiara che l’incontinenza è l’ultimo tabù medico e le Istituzioni devono prestare una maggiore attenzione al problema.
Si stima che il grave disturbo nel nostro Paese colpisca 5 milioni di persone, 3 milioni sono le donne, oltre agli uomini operati di prostata, e non sono risparmiati i più piccoli. Nonostante il problema incida pesantemente sulla qualità e quantità di vita delle persone colpite, solo una minoranza si rivolge al medico di famiglia.
Sull’argomento incontinenza il Ministero della Salute ha istituito un “Tavolo di Lavoro sull’incontinenza” che dovrebbe dare i suoi frutti con l’attivazione a livello regionale dei “Centri di 1°, 2° e 3° livello” (cioè i presidi ospedalieri di varia declinazione), sanciti dall’Accordo della Conferenza Stato Regioni nel lontano 24 gennaio 2014. Esperti e associazioni come la FINCOPP hanno lanciato un appello al Ministro Schillaci affinché siano attivati e diventino operativi tali Centri regionali e che l’attuale Tavolo sull’incontinenza diventi un “Osservatorio Permanente”.