L’ 11 Marzo 2024 il Governo ha approvato definitivamente il Decreto Legislativo attuativo della Legge Delega 33/2023 contenente la riforma della non autosufficienza. Un testo di legge che sviluppa il progetto per il futuro dell’assistenza agli anziani previsto dalla Legge Delega.
Tema intorno al quale sono stati sviluppati i panel della prima giornata del convegno “Senior Economy Open Days” che si sta svolgendo a Roma dal 3 al 5 ottobre, organizzato da Anaste, con la partecipazione di Senzaetà come media partner. Ad ospitare questa tre giorni per discutere su ‘Quale futuro per la terza età’ è l’Università Unimarconi (Via Vittoria Colonna, 11 – zona prati).
Tanti i temi dibattuti che ruotano intorno alla vita di una ‘consistente’ fetta della popolazione italiana, perché si sa che l’Italia è un paese longevo, ma longevità vuol dire anche affrontare problemi ad essa legati da parte della società civile, della politica. L’argomento della tavola rotonda della prima giornata ‘Centro residenziale multiservizi e il ruolo dei presidi territoriali nella legge 33’. A confrontarsi assieme al presidente di Anate Sebastiano Capurso, sono stati Sergio Sgubin, presidente di Ansdipp – l’Associazione nazionale dei manager del sociale e del sociosanitario, Paolo Ursillo, medico, dirigente Agenas, Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, e Franco Massi presidente Uneba – Unione nazionale istituzioni e iniziative di assistenza sociale.
Per il presidente di Ansdipp l’assistenza agli anziani malati non autosufficienti, è un diritto sancito dall’art. 32 della costituzione italiana, e con il Pnrr si sono stanziati solo soldi per costruire RSA ma non sono stati previsti per gestire queste strutture alle quali, a fronte di scarsi finanziamenti, vengono richiesti standard alti di servizi da erogare. L’occasione, ha detto Sgubin, questa di Roma anche per presentare il ‘Manifesto delle RSA’, per un approccio gerontologico e geriatrico alla persona anziana e fragile. Scaturito da una serie di riflessioni, si vuole sottolineare come le RSA rivestono un ruolo fondamentale anche per ridurre il sovraccarico sul sistema sanitario nazionale. Sgubin ha lanciato anche una proposta di fare delle “Open day nazionali”, per aprire le porte alle persone e far vedere come queste strutture non sono degli ospizi, ma luoghi in cui ci si prende cura degli anziani, persone più deboli.
Ripartendo dalle parole pronunciate da monsignor Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, confrontatosi nel precedente panel proprio con il presidente dell’Anaste, il quale ha detto che come il Monsignore abbia portato all’attenzione delle autorità le problematiche che ruotano intorno alle esigenze di 14milioni di anziani, anche lui (Anaste) è riuscito a fare qualcosa di positivo. “Noi ci stiamo provando – ha continuato Capurso – con il patto ci sono 60 associazioni, sono veramente la sommatoria di tutti quelli che in questo settore si occupano di anziani, ci sono i sindacati dei pensionati, ci sono tante associazioni che rappresentano anche gli utenti”. Il nostro coordinamento rappresenta 19 associazioni di categoria, anche questo ha un peso, francamente riusciamo a farci sentire un po’ di meno, (rispetto a mons. Paglia) non so se abbiamo un’idea, un po’ diversa delle maggioranze dei diversi governi che si sono avvicendati, mi pare che appunto ci sia ancora da lavorare molto per indicare una strada e un percorso che porti da qualche parte per i nostri anziani. E per come si deve e come noi speriamo si possa strutturare tenendo conto delle nostre idee e delle nostre proposte”. Con questi presupposti ha dato la parola al dottor Ursillo, il quale
L’intervento di Paolo Ursillo, con una specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva, ha spiegato il ruolo di Agenas, l’ente tecnico del Ministero che sviluppa tecnicamente le proposte anche sulle riforme. “Non su tutte”, ci ha tenuto a puntualizzare il dottor Ursillo, “non è che siamo ascoltati al 100%, non è che tutto quello che proponiamo passa automaticamente”. Riprendendo il discorso sulle polemiche avanzate anche in questa sede sui fondi del Pnrr destinati per costruire nuove strutture sanitarie, ha ricordato dicendo che va dato atto a quello che è il Pnrr, “ l’Europa ci ha messo i fondi, ci ha messo i fondi che noi italiani non so quando li avremmo trovati”. Ha replicato che “l’ottimo è il nemico del bene, e alla fine si è scelto un modello”. Nel suo intervento si è soffermato anche sul ruolo che ha Agenas nel monitorare l’andamento delle regioni che purtroppo hanno varie velocità.
Per Franco Massi, presidente Uneba, che ha chiuso questa prima giornata sul confronto di ‘quale futuro per la terza età’ è “necessario fare un punto per poter proseguire perché il nostro impegno viene da lontano” ha detto. Riferendosi alla legge 33, alla quale Uneba con le sue associazioni ha contributo per la stesura, ha ricordato “noi utilizzammo uno slogan che ripetemmo nei nostri interventi: ‘noi ci siamo’ per essere ascoltati, consultati e portare avanti il discorso”. Tornando al presente ha proseguito “vengo al tema, io non sono preoccupato, ma preoccupatissimo per la tenuta del sistema previdenziale, …e poi abbiamo delle questioni aperte evidenziate in questi mesi e non solo… poi si è aggiunto il capitolo Alzheimer, i gestori presenti qui sanno qual è il dramma che si vive”. Toccando un po’ i vari punti, sul Pnrr ha replicato che è “una misura straordinaria e positiva, però è stata fatto un po’ in fretta”. Infine ha lanciato una buona notizia rivolta soprattutto agli enti gestori, il giorno seguente (4 ottobre) ci sarebbe stata la Conferenza Stato-Regioni e all’ordine del giorno anche la figura dell’OSS specializzato e l’assistente infermieristico.
Ringraziando tutti per i loro interventi, il presidente Capurso ha lanciato i temi trattati nella seconda giornata come il problema della concorrenza, dei contratti e moltissimi argomenti con la necessità di individuare delle priorità.