È stata presentata la prima indagine nazionale sulla percezione del coinvolgimento attivo degli italiani nel proprio percorso di cura: l’invito a fare screening riguarda solo il 20% dei connazionali e 1 su 5 rinuncia alla prevenzione a causa di orari incompatibili, liste d’attesa e difficoltà logistiche del Servizio Sanitario Nazionale

Del Barometro del Patient Engagement, analisi realizzata da Helaglobe, se ne è parlato presso la ASL Roma 1 il 30 ottobre.

L’87% dei cittadini afferma di non essere mai stato coinvolto in indagini sulla qualità del servizio o in iniziative per migliorare le strutture sanitarie. Il 62% dichiara di venire coinvolto poco o per niente dal proprio medico sulle decisioni di salute

In definitiva, sono solo 6 su 10 gli italiani che vengono messi in condizione di portare a termine i controlli di prevenzione.

Il Barometro ha avuto l’apporto delle analisi del comitato scientifico composto da Paolo Petralia, Direttore Generale ASL 4 Liguria, Caterina Rizzo, Ordinario di Igiene Generale e Applicata all’Università di Pisa – AOU Pisana, Matteo Scortichini, Ricercatore Facoltà di Economia, Valutazione Economica e HTA (EEHTA), CEIS, Università Roma “Tor Vergata”, Vito Montanaro, Consigliere AIFA e Direttore Dipartimento Salute Regione Puglia, e Alessandra Ferretti, Referente Comunicazione istituzionale Direzione Generale Cura della Persona, Salute e Welfare Regione Emilia-Romagna. A commentare i dati anche Gennaro D’Agostino, Direttore Sanitario ASL Roma 1.

“Il quadro che viene delineato dai tanti dati che abbiamo raccolto con i questionari sottoposti ad un campione di circa 3mila cittadini in tutte le Regioni, è quello di una sanità costantemente sollecitata ma che si preoccupa poco di coinvolgere i cittadini, di ascoltare le loro esigenze e di prendere in considerazione le loro proposte di miglioramento. Prescrive visite ed esami, suggerisce screening, ma poi in molti casi abbandona il paziente a sé stesso senza metterlo in condizione di seguire quelle indicazioni”, dice Davide Cafiero, managing director di Helaglobe.

Coinvolgere i pazienti non è solo una questione etica, ma è fondamentale per l’efficienza del sistema sanitario. Quando i pazienti sono informati, educati e coinvolti attivamente nelle decisioni terapeutiche, il tasso di adesione alle terapie e il rispetto delle prescrizioni migliorano sensibilmente riducendo ricoveri e accessi al pronto soccorso”, afferma Matteo Scortichini, Ricercatore Facoltà di Economia, Valutazione Economica e HTA (EEHTA), CEIS, Università Roma “Tor Vergata”.

Tre azioni per coinvolgere meglio i pazienti nella sanità: primo, un’azione di educazione sanitaria nei confronti del grande pubblico, che trasmetta in modo coinvolgente, attraverso la scuola e i canali dell’informazione, processi, dubbi, successi e fallimenti della scienza. Secondo, un potenziamento della preparazione sul Patient Engagement alla Facoltà di Medicina e Chirurgia e Infermieristica e una formazione continua degli operatori sanitari. Terzo, l’assunzione di una prospettiva “di complessità” da parte di tutti gli agenti coinvolti, i quali siano consapevoli che il valore aggiunto del sistema viene dall’interazione delle sue componenti ancora prima che dal contributo delle sue componenti prese singolarmente: è la proposta di Alessandra Ferretti, Referente Comunicazione istituzionale Direzione Generale Cura della Persona, Salute e Welfare Regione Emilia-Romagna.

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