ROMA – “Ogni giorno si consumano nel Sistema Sanitario Nazionale, ingiustizie sociali che ledono la dignità dei cittadini. Molte prestazioni vengono erogate, con richiesta del medico di base, senza passare dal CUP, scavalcando le liste di attesa. È una procedura ignobile di praticare l’uguaglianza del diritto sanitario nazionale”.

Federcontribuenti ha inviato il 30 ottobre scorso una lettera al Ministro della Salute, Orazio Schillaci riguardo le liste d’attesa dei Cup, nei servizi in convenzione con il SSN. “Questo accade – si legge nella missiva inviata al Ministro – perché molti Professionisti, dipendenti di strutture convenzionate, nonché del SSN, girovagando per l’intera penisola, offrono prestazioni di consulenza a pagamento, per poi scavalcare le liste di attesa e inserire i pazienti nelle prenotazioni delle proprie strutture sanitaria, offrendo loro, un servizio di intervento celere, a discapito del diritto dei pazienti poco abbienti, offendendo il SSN”.

   “Sollecitiamo il Governo – continua Federcontribuenti – a prendere provvedimenti per porre fine a questa brutta pratica, obbligando le strutture sanitarie in convenzione e le aziende sanitarie del SSN, ad accettare solo prestazioni derivanti dal sistema di prenotazione CUP, eliminando l’abuso di potere, che qualche professionista esercita sulla fragilità dei cittadini. Lo Stato ha l’obbligo di tutelare i cittadini dai soprusi dei furbetti”. 

L’Associazione sollecita il Ministero della Salute ad emanare un provvedimento di urgenza, vietando, alle aziende convenzionate e le stesse strutture del SSN di operare con servizi al di fuori dell’agenda delle liste di attesa; sanzionando penalmente i trasgressori,  affinché si possa mettere fine a questa ingiustizia sociale e ripristinare lo stato di diritto sanitario uguale per tutti i cittadini. 

   “Come Associazione dei Contribuenti, informeremo le autorità competenti per far luce su questa ingiustizia,  e di vigilare e verificare il pregresso delle violazioni il tal senso, chiedendo in particolare, se in tale pratica – conclude Federcontribuenti – sussistono gli estremi di Delitti contro l’incolumità pubblica, per negligenza del diritto di cura, nei tempi necessari, dei pazienti in attesa”.      

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