Un quadro ampio e articolato sull’uso dei farmaci in Italia è emerso dal Rapporto OsMed 2023 presentato alla stampa nazionale e di settore presso la sede AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) di via del Tritone a Roma lo scorso 12 novembre. Il Rapporto Nazionale sull’uso dei farmaci in Italia si basa su dati forniti dall’OsMed (Osservatorio Nazionale sull’impiego dei Medicinali) che dal 1999 raccoglie e analizza questi importanti elementi.  Il lavoro è stato presentato con la partecipazione del presidente dell’AIFA Robert Nisticò e del direttore Tecnico Scientifico Pierluigi Russo.

Nel 2023, partendo da un dato essenziale, la spesa per i farmaci è aumentata del 6%, raggiungendo una cifra di 36,2 miliardi di euro, di questi il 68,7% è stato rimborsato dal Servizio sanitario nazionale (SSN). Invece c’è stato un aumento del 3% rispetto all’anno precedente, si parla di 12 miliardi e 998 milioni, la spesa territoriale pubblica, che ha compreso quella convenzionata e in distribuzione diretta e per “conto”.

La spesa di compartecipazione a carico del cittadino è stata di 1miliardo e 481, circa 25 euro a testa, con un calo pari a 1,3%. E’ aumentata invece del 1,7% la spesa per i ticket sulla ricetta o la confezione. In crescita anche la spesa dei farmaci acquistati dalle strutture pubbliche pari a 16,2 miliardi di euro, che in termini percentuali si tratta dell’8,4% in più rispetto all’anno precedente.

Affrontando l’argomento consumi si scopre che ogni giorno gli italiani hanno fatto uso di 1.899 dosi di medicinali ogni 1000 abitanti, di queste 69,7% sono state a carico del SSN, e la rimanenza pari al 30,3% acquistate direttamente dal cittadino. Le confezioni erogate per l’assistenza territoriale, complessivamente sia pubblica che privata, sono quasi 2 miliardi, dato stabile rispetto all’anno precedente.

Dal Rapporto, rispetto ai farmaci più assunti, si evince anche quali sono le patologie più diffuse. Nei primi posti della classifica si posizionano per consumi, al primo posto i farmaci per il sistema cardiovascolare (513,9 dosi giornaliere per ogni mille abitanti). Questi farmaci rappresentando così la seconda categoria terapeutica per maggior spesa farmaceutica pubblica per il 2023 che in moneta significa 3.557 milioni di euro, con una spesa pro capite da parte del SSN pari a 60,43 euro. Questa categoria, sempre in termini di consumi, è seguita dai farmaci dell’apparato gastrointestinale e del metabolismo con 298,6 dosi giornaliere ogni 1000 abitanti. Anche in questo caso, in termini di spesa farmaceutica pubblica sono 3.321 milioni di euro. Per il SSN la spesa pro capite è stata di 54,6 euro, con un aumento del 2,2%in più rispetto al 2022. Al terzo posto ci sono i farmaci del sangue e degli organi emopoietici con 144,5 dosi giornaliere per 100 abitanti, ma in termini di spesa farmaceutica pubblica al quinto posto, con 2.587 milioni di euro, e con una spesa pro capite da parte del SSN pari a 43,95 euro. Al quarto posto, con 97,8 dosi giornaliere, sempre ogni 1000 abitanti, si posizionano i farmaci del sistema nervoso centrale, che scalano al sesto posto se si prendono in considerazione i dati in termini di spesa farmaceutica pubblica complessiva con 2.061 milioni di euro. In questa caso la spesa pro capite del SSN è stata pari 34,88 euro.

Tra i farmaci con l’aumento di spesa ci sono gli antidiabetici con un più 7,6%, il più alto della media degli ultimi 10 anni. Questo aumento è dovuto sia ad un aumento dei consumi con un 4,5% in più, che del costo medio per dose. Sempre parlando si spesa, i farmaci di fascia C, quelli a totale carico del cittadino sono cresciuti del 9,8% rispetto all’anno precedente. I cittadini nel 2023 hanno speso 7,1 miliardi, di questi 3,8 miliardi, pari al 54% della spesa riguarda i medicinali con l’obbligo della ricetta, il restate 46% per prodotti di automedicazione. Per i farmaci ‘Generici’, anche se negli ultimi 5 anni c’è stata una crescita del 3%, l’Italia in Europa risulta terzultima per consumi.

Una riflessione a parte riguarda l’aumento del consumo degli antibiotici con un 6,4% in più rispetto all’anno precedente, durante il quale già c’era stato un incremento. La diffusione dei batteri resistenti agli antimicrobici, che preoccupa molto l’OMS (Organizzazione della Sanità) riguarda anche l’Italia con 200 mila pazienti all’anno colpiti da batteri resistenti. Il maggior consumo di antibiotici c’è stato al Sud, dove il 44,8% della popolazione ne ha assunto almeno uno durante l’anno, contro il 30,9% del Nord.

Parlando di aderenza alle terapie, la popolazione anziana è quella che più rischia per la compresenza di più patologie che richiedono un trattamento farmacologico. Infatti un anziano su tre assume 10 o più farmaci diversi nel corso dell’anno, e il 68% degli over 65 hanno ricevuto prescrizioni per almeno 5 medicinali diversi. Argomento novità di quest’anno con l’approfondimento sugli anziani, in particolare sulla politerapia, l’uso di più farmaci concomitanti.  

Ha riferito il presidente dell’AIFA, Nisticò, “I dati del rapporto mostrano che stiamo migliorando per appropriatezza prescrittiva e aderenza alle terapie, mentre resta stabile l’uso dei generici, tre pilastri del sistema di assistenza farmaceutica che fanno bene alla salute dei cittadini e alla tenuta dei conti pubblici. Su questi aspetti c’è tuttavia ancora molto da lavorare per garantire la migliore efficacia dei farmaci e la loro sostenibilità economica».

Per il direttore Russo “La voce che incide maggiormente sull’aumento del 5,7% della spesa rispetto al 2022 è quella dei farmaci acquistati da strutture sanitarie pubbliche, dove a loro volta incidono maggiormente i medicinali innovativi di recente commercializzazione per patologie rare e con un decorso grave”.

(Fonte Ufficio Stampa Aifa)

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