Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa riflessione di Marialuisa De Palo, Oss, relatrice al Forum Risk Management di Arezzo. “L’operatore socio sanitario è a contatto continuo con fragilità e sofferenza richiedendo una componente motivazionale alta. Quanti di noi colleghi, abbiamo pensato : “Ma chi me lo fa fare?”. Noi OSS i corsi li paghiamo caramente.I costi spesso , superano i €2000 per svolgere una professione, perché tale la considero, spesso sottopagata e senza riconoscimento sociale .Troppi colleghi ,in alcune strutture, vengono usati per sopperire alla carenza d’ infermieri .Il sovramansionamento, unito al demansionamemto, creano confusione e inducono gli OSS a conflitti morali e deontologici. Molti, per questi motivi, decidono di lasciare la professione.Noi OSS ci sentiamo ABBANDONATI dallo Stato, perché pur svolgendo una professione essenziale , delicata, piena di rinunce e sacrifici , non ci viene riconosciuta nemmeno una DIGNITÀ SOCIALE.Il diritto di preparazione univoca su tutto il territorio con possibilità di corsi continui di aggiornamento è per l’operatore socio sanitario soltanto un lontano miraggio.L’OSS opera, in molti contesti, affiancando diverse figure professionali rispettandone i ruoli. È parte di un equipe il cui obbiettivo è il benessere della persona presa in carico.Il professionista possiede, dunque , capacità relazionali, comunicative e flessibilità lavorativa. Il nostro sistema sanitario nazionale ha, sul territorio,un esercito di questi professionisti, pronti a collaborare per costruire una sanità che funzioni e che possa rispondere alle esigenze del cittadino.Gli OSS sono risorse fino ad oggi sottovalutate , mal formate e ancora peggio adoperate.A noi colleghi viene proposta la figura dell’ Assistente Infermiere e la domanda che mi pongo e che pongo ai colleghi è:”L’OSS che da sempre è stato gestito e formato in base al bisogno delle singole regioni , può oggi, essere credibile come ASSISTENTE INFERMIERE? Sicuramente ampliare conoscenze e acquisire nuove competenze è utile per tutti i tipi di lavoro. Credo però, che sia giusto ricordare a tutta la Politica e al Ministro della Salute che l’OSS e il futuro Assistente Infermiere non pettinano le bambole, ma si occupano di fragili, ponendo le proprie mani e conoscenze al servizio dei più bisognosi . L’ OSS è una professione dove la MANUALITÀ si unisce all’ INTELLETTO. Valorizzare e ottimizzare un esercito di lavoratori con un giusto investimento formativo e legislativo renderebbe di gran lunga migliore il Servizio Sanitario Nazionale”.

Marialuisa De Palo OSS , referente sanità privata SHC Lombardia.

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