Si è svolto a Milano il 30 gennaio presso la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano il congresso internazionale “Controversies in Genitourinary Tumors”, per parlare delle ultime novità per combattere i tumori di prostata, vescica, rene.
L’evento ha rappresentato un’occasione di confronto tra esperti oncologi, urologi e ricercatori di fama internazionale per discutere i progressi più recenti nella diagnosi e nel trattamento dei tumori genitourinari.
Tra le principali innovazioni presentate alla kermesse spicca un particolare protocollo di prevenzione avviato presso la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori (INT) di Milano. Il progetto punta a una diagnosi precoce dei tumori genitourinari, in particolare del tumore della vescica e delle vie urinarie, grazie a test non invasivi che analizzano il sangue presente nelle urine come potenziale indicatore di neoplasie.
Accanto a questa analisi, vengono studiati anche specifici biomarcatori tumorali, con l’obiettivo di: identificare la malattia nelle sue fasi iniziali, quando è più trattabile; ridurre esami non necessari, migliorando la precisione diagnostica; monitorare i pazienti a rischio con strumenti pratici e accessibili.
Si è parlato poi del cosiddetto “gene Jolie”, chiamato così in riferimento all’attrice Angelina Jolie, e dei risultati più recenti sulla mutazione BRCA, che evidenziano il legame tra i tumori femminili (seno e ovaie) e maschili, in particolare il tumore alla prostata.
Ha spiegato in proposito il professor Giuseppe Procopio, Direttore del Programma Prostata e dell’Oncologia Medica Genitourinaria presso la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori: “Gli uomini dovrebbero verificare se nella loro famiglia ci sono stati casi di cancro al seno, perché potrebbero essere portatori della mutazione BRCA e quindi a rischio di sviluppare un tumore alla prostata”.
Il test genetico per identificare la mutazione BRCA è fondamentale nei pazienti con carcinoma prostatico metastatico, poiché consente di indirizzare il trattamento verso terapie mirate. I PARP inibitori, farmaci innovativi per i pazienti con questa mutazione, migliorano la sopravvivenza, rallentano la progressione della malattia e garantiscono una migliore qualità di vita. Ma non è tutto. Studi in corso valutano l’utilizzo di questi farmaci in stadi più precoci della malattia e in combinazione con altri trattamenti, ampliando i benefici anche a pazienti privi della mutazione BRCA.
Da ricordare che i tumori genitourinari – prostata, vescica e rene – rappresentano una sfida importante per l’oncologia moderna.
In Italia si registrano ogni anno oltre 40mila nuovi casi di tumore alla prostata, il tumore più frequente tra gli uomini.
Inoltre sono 29mila le diagnosi di tumore alla vescica, con una maggiore incidenza tra i fumatori e 13.500 i casi di tumore del rene e delle vie urinarie, in costante aumento.
Sebbene queste patologie colpiscano prevalentemente uomini sopra i 50 anni, l’età media di insorgenza si sta abbassando, sottolineando la necessità di diagnosi precoci e terapie innovative.
Nella foto, i partecipanti all’evento.