Uno strumento in più per studiare e cercare di sconfiggere il tumore colon-retto: nasce la Biobanca più grande al mondo di tumoroidi, chiamata Xenturion. Dove? Presso l’Istituto Candiolo Irccs, Torino.
Infatti, i ricercatori hanno creato la più ampia collezione al mondo di modelli 3D di tumore del colon-retto metastatici, che rappresenta quasi tutta la diversità di una delle forme di cancro più diffuse nei paesi occidentali.
Il tutto è chiarito in uno studio pubblicato su Nature Communications, dove gli scienziati hanno dimostrato la fedeltà dei tumoroidi ai tumori “originali” dei pazienti e le potenzialità di questi modelli nella ricerca di nuovi trattamenti.
Nella Biobanca dunque ci sono 128 tumoroidi, “fedeli” agli originali. Il che li rende ideali per studiare i meccanismi di resistenza del tumore, l’individuazione di nuovi bersagli terapeutici e lo sviluppo di nuove cure personalizzate.
Questi tumoroidi, che possono anche essere definiti come “tumori in miniatura”, derivano da campioni di tessuto tumorale prelevati da pazienti oncologici durante l’asportazione chirurgica del tumore stesso o durante una biopsia e successivamente coltivati e mantenuti in vita in laboratorio.
La Biobanca Xenturion è dunque una collezione importante di organoidi (altro nome dei tumoroidi), in grado di rispecchiare l’organizzazione e le modalità di differenziazione che il tessuto di origine ha in vivo, ed ha una struttura “open science”, cioè messa liberamente a disposizione della comunità scientifica per la ricerca oncologica.
Tra le varie possibilità di questi tumoroidi, anche quella di poter essere manipolati sia farmacologicamente sia con tecniche di ingegneria genetica, che consentono di “accendere” e “spegnere” specifici geni. Questo è utile per individuare i segnali adattivi che il tumore elabora per difendersi dall’aggressione del farmaco e ridurne l’effetto antiproliferativo.