Anche per la malattia di Parkinson la ricerca va avanti e regala speranza. Presso la Clinica Neurologica dell’ospedale San Gerardo, Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori di Monza, è stato infatti posizionato alla prima paziente affetta di Parkinson un dispositivo per l’infusione continuativa di una formulazione di levodopa somministrabile per via sottocutanea (foslevodopa/foscarbidopa), un farmaco molto promettente di recente introduzione in Italia.
Si tratta di una terapia al momento non disponibile in tutta Italia.
Ha spiegato in proposito il professor Carlo Ferrarese, Direttore della Struttura complessa di Neurologia: “La Malattia di Parkinson è una patologia neurodegenerativa per la quale la terapia con levodopa somministrata per via orale rappresenta tuttora il gold standard. Nelle fasi avanzate, la malattia è caratterizzata dalle cosiddette fluttuazioni motorie, ovvero i blocchi motori e/o le discinesie (movimenti involontari eccessivi degli arti o del tronco), legate alle fluttuazioni dei livelli di levodopa nel sangue, nonostante la somministrazione più volte al giorno dei vari farmaci orali disponibili. La somministrazione sottocutanea continua di levodopa è una terapia all’avanguardia che permette una stimolazione dopaminergica più fisiologica e stabile, con conseguente riduzione di tali fluttuazioni dei livelli di levodopa nel sangue”.
Ha spiegato la dottoressa Laura Brighina, responsabile del Centro per la Malattia di Parkinson e Disordini del movimento del reparto di Neurologia: “L’infusione, effettuata tramite una micro-cannula inserita nello strato adiposo collegata mediante un tubicino ad un dispositivo portatile, rappresenta una tecnica sicura, efficace e facilmente attuabile. La somministrazione del farmaco viene regolata dal medico secondo diverse velocità di infusione a seconda dei sintomi del singolo paziente, monitorati mediante specifici dispositivi indossabili. Questa tecnica innovativa, permettendo l’eliminazione pressoché completa della terapia orale, determina un miglioramento significativo della qualità della vita sia del paziente sia dei familiari. Abbiamo posizionato il primo dispositivo nel mese di gennaio riscontrando un ottimo controllo dei sintomi nella paziente, anche durante il riposo notturno, garantendone anche una maggiore autonomia nelle attività della vita quotidiana”.
Il team di medici della Fondazione IRCCS San Gerardo ha in programma di attuare questo trattamento in altri pazienti con malattia di Parkinson avanzata e fluttuazioni motorie.
Nella foto lo staff del Centro per la Malattia di Parkinson e Disordini del movimento del reparto di Neurologia. Al centro il professor Ferrarese. La dottoressa Brighina è la terza da sinistra.