È nato il G8 del Lichen scleroatrofico, in occasione della Giornata Nazionale delle malattie rare 2025. Si tratta di un network coordinato dall’Istituto Dermatologico San Gallicano IRCCS (ISG), che riunisce i centri di riferimento accreditati del Lazio, gli esperti sul territorio e l’Associazione Nazionale pazienti LISCLEA (Associazione italiana Lichen scleroatrofico) 
Queste realtà insieme lavorano per un unico obiettivo: contrastare una malattia rara, invisibile e invalidante, che colpisce in prevalenza le donne, anche bambine.

Che cos’è il Lichen scleroatrofico? È una infiammazione cronica della pelle che colpisce soprattutto l’area genitale, causando una progressiva alterazione dell’anatomia. Nel 4-5% dei casi la malattia può evolvere in carcinoma squamocellulare. Per i pazienti colpiti da Lichen scleroatrofico ricevere una diagnosi precoce è di fondamentale importanza, anche se non facile, per bloccare i danni dell’infiammazione tramite trattamenti tempestivi e un follow-up multispecialistico a lungo termine. Sensibilizzare e favorire la corretta gestione della patologia è proprio la missione del nuovo forum G8.

Il lichen scleroatrofico (LSA) riguarda l’1-1,5% della popolazione, con crescente aumento. In Italia attacca 2 donne su 100, soprattutto in due fasi della vita: età pediatrica e postmenopausa. Ma può riguardare anche uomini e bambini.

È una malattia estremamente insidiosa, perché i sintomi nella fase iniziale possono essere confusi con altre malattie dermatologiche comuni. Il campanello d’allarme che in genere porta il paziente a rivolgersi a un medico è legato ai cambiamenti dell’aspetto dei genitali, il prurito, bruciore o dolore causati dall’infiammazione cronica. Il Lichen per essere gestito al meglio necessita di avere a disposizione tante professionalità diverse, che non sono sempre presenti in un’unica realtà assistenziale, è quindi necessario costruire delle reti e aprirsi al territorio per garantire percorsi di cura più fluidi e coordinati, diventando un modello assistenziale traslazionale esportabile, calato nella realtà del SSN odierno.

 “Il neonato G8 – dichiara Alessandra Latini, Responsabile della Dermatologia MST/HIV, Malattie Tropicali e delle Migrazioni – ha lo scopo di raccogliere esperienze e testimonianze utili alla creazione di una rete multidisciplinare di strutture accreditate, che possano meglio rispondere alla crescente domanda di assistenza. Consideriamo prioritario definire chi sono i professionisti esperti sul LSA: dermatologi, chirurghi plastici, ginecologi, urologi, fisioterapisti e psicologi”.

Hanno aderito esperti dell’Istituto Dermopatico dell’Immacolata, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Policlinici Universitari Gemelli e Sant’ Andrea, Campus Biomedico Universitario, Centri LSA sul territorio e i volontari di LISCLEA (Associazione Italiana Lichen Scleroatrofico).

Oggi, il trattamento di prima scelta per il lichen è il cortisone applicato localmente ma, sottolineano gli specialisti, è urgente fare un passo in avanti, con l’aiuto della ricerca scientifica. Risanare i tessuti, ad esempio, è indispensabile per garantire alle pazienti anche molto giovani, di vivere pienamente la propria sessualità e le gravidanze.

All’ISG, in casi selezionati, è possibile intervenire e trattare il lichen chirurgicamente o con terapie rigenerative. I medici ricercatori della Chirurgia Plastica ISG, diretta da Emilia Migliano, sono impegnati in studi sperimentali per valutare gli effetti dell’acido ialuronico, del PRP, il plasma ricco di piastrine, e del lipofilling nel trattamento del LSA anche in relazione alle diversità di genere, al ruolo sulla rigenerazione cellulare e sulla progressione della malattia.

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