Al Forum della Non Autosufficienza di Bari, la tavola rotonda sull’utilizzo della intelligenza artificiale nel settore socio sanitario ha toccato argomenti interessanti dimostrando di essere arrivati ormai “sulla strada buona” per diventare davvero insostituibile.
L’introduzione di Emilio Gregori ha riguardato l’uso “attivo” dell’AI che velocizza e migliora l’approccio sanitario alle terapie, sviluppando, ha aggiunto poi il direttore Angelo Vacca di Medicina Interna al Policlinico di Bari, un aspetto empatico nei rapporti con il paziente. Così l’assistenza per esempio agli anziani diventa olistica, partecipata dove l’AI e l’uso della Telemedicina sono protagoniste. Il robot di ultima generazione, tipo pepper(di cui abbiamo parlato su queste pagine nei numeri scorsi) interagisce e gioca con la persona anche allettata, costituisce stimolo, intrattenimento o compagnia a seconda del bisogno. Oltre naturalmente a scegliere e selezionare pillole e monitorare le terapie, il controllo dell’anziano prevede anche segnalazioni del mutamento d’espressione del viso, dell’umore, nei movimenti. Un monitoraggio psicologico che attesta l’evoluzione positiva ed utile della robotica e quindi dell’AI in genere. L’Amministratore unico di Zucchetti Healthcare Paolo Galfione ha aggiunto che la capacità di “ragionare” oltre il calcolo e il monitoraggio dell’AI, l’abilità linguistica e tale tipo di approccio alle condizioni di salute dell’anziano (per usare l’esempio precedente) è forse il punto più delicato dell’applicazione, dove ancora la visione d’insieme del medico conta e vale. Ma l’enorme risorsa che l’AI costituisce anche in questo campo è ancora tutta da scoprire anche se spaventa un po’… L’altro esperto intervenuto, Fabrizio Arrigoni (Vismara di Verona) ha infatti rafforzato il concetto dicendo che lo spavento, come sempre quando parliamo di cambiamenti e “rivoluzioni”, c’è e crea resistenze. Non tanto sulle possibilità di diminuire l’aspetto professionale e il lavoro degli operatori della sanità, quanto di sovraccaricare competenze. “Infatti – ha aggiunto Galfione – c’è anche l’opportunità, grazie all’AI, di personalizzare al massimo le cure e la sanità”. Questo significa d’altra parte che crescono le responsabilità di chi l’AI la utilizza e non è vero che i programmatori lavoreranno meno o perderanno il posto! Al contempo si può verificare che la persona assistita viva l’a difficoltà di interloquire da sola con Un dispositivo o un robot ad alta tecnologia, quindi conta e conterà sempre l’intermediazione di un operatore, nel caso ad esempio di un anziano solo. Nelle conclusioni poi, al Forum N.A. di Bari, Giuseppe Pirlo ha descritto gli attuali investimenti di AI nell’ambito PNRR e ministeriale, dove l’inserimento dati e big data, l’elaborazione e l’uso di AI determinano l’applicazione corretta e veloce delle buone pratiche sul territorio con i fondi a disposizione. A questo punto anche la politica fa i conti con la pratica e superando la burocrazia i progetti sperimentali diventano allora finalmente patrimonio collettivo. Al di là dell’algoritmo, la capacità di mettere a sistema quanto di buono si progetta, con l’AI è più veloce e più possibile.