Achille Abbondanza è un trapiantato: è rimasto molto colpito del fatto che Papa Francesco, durante la sua malattia, non si sia mostrato con le cannule per l’ossigeno, per lui vere e proprie “testimoni” della sua nuova vita… e gli ha scritto una toccante lettera.
Caro Francesco,
Mi chiamo Achille, ho 50+3 anni, esattamente 3 anni fa ricevevo un trapianto di polmoni. La malattia che mi ha portato a questo salto oltre la morte, è stata la fibrosi polmonare idiopatica (IPF). Vivo da tre anni grazie all’amore verso il prossimo, alla scienza, ai medici e a un dono immenso e incommensurabile! So bene cosa significa lottare per ogni respiro, so cosa vuole dire perdere ogni giorno un respiro e so anche cosa significa vivere con l’ossigeno!
Per questo ti scrivo.
Mi sono fatto questa domanda. Perché non ti sei mostrato al mondo con l’ossigeno? Lo so, l’ossigeno è uno stigma. Ho chiari nella mia mente gli sguardi che si fermano, tentennano e indugiano dal togliersi proprio lì da quelle cannule…
Nei film agli attori in fin di vita su un letto di ospedale, mettono le cannule per rendere la situazione più grave, ma per tanti di noi, invece, quelle due cannule sono vita! È la possibilità di fare una passeggiata, di parlare senza affanno, di stare con gli amici senza paura di restare senza fiato, di giocare con un figlio. Per me è stata la possibilità di andare in bicicletta e svagarmi dal pensiero di quello che mi attendeva.
Ho conosciuto tanti amici che purtroppo pur di non farsi vedere con quelle cannule al naso ne hanno ritardato al massimo l’uso, facendosi così solo del male! Sono molte le persone che dovrebbero usare l’ossigeno ma non lo fanno perché si vergognano, perché temono il giudizio altrui. Magari lo usano solo in casa e poi rinunciano a vivere fuori.
Per l’handicap si è fatto tanto per abbattere i pregiudizi, ma per gli occhialini dell’ossigeno nulla è stato fatto e rimane un marchio di morte! Nessuno ne parla!
Tu, che non hai paura di rompere gli schemi, saresti un grande amico nell’abbattere questo stigma! Mostrare che l’ossigeno non è un marchio, non è una vergogna, ma solo una terapia come tante. Una cura che dà vita e non annuncia la fine!
Penso che una sola tua immagine con l’ossigeno potrebbe fare cambiare la vita a tante persone!
Un caro abbraccio,
Achille, un tuo amico ateo che ti vuole bene e che ha laicamente “pregato” per te!