Tutto è iniziato dall’idea che i pazienti sottoposti a intervento di pancreasectomia parziale potessero dare un contributo fondamentale alle ricerche sul diabete di tipo 2.

E il filone di ricerca basato su questo modello si è rivelato un’intuizione geniale, che ha generato una serie di studi ritenuti innovativi dalla giuria del premio EASD (European Association for the Study of Diabetes), che per questo ha assegnato a Teresa Mezza, una giovane ricercatrice beneventana dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e mamma di una splendida bimba di tre anni, il prestigioso Premio Minkowski.

Ed è un po’ il cerchio che si chiude, visto che questo Premio porta il nome del medico e fisiologo tedesco che nel 1889 dimostrò, per la prima volta nella storia, che l’asportazione del pancreas provoca la comparsa di diabete.

“Il modello delle pancreasectomie – spiega la dottoressa Teresa Mezza – ci permette di ‘fotografare’ cosa sta succedendo nel pancreas del paziente in quel determinato momento e di metterlo in correlazione con le sue condizioni clinico-metaboliche attuali.

Così, siamo riusciti a ricostruire cosa accade nella storia naturale del diabete di tipo 2, prima della sua comparsa clinica, cioè dell’iperglicemia. Inoltre, queste ricerche ci hanno consentito di capire anche quale sarà la storia clinica futura di un paziente al quale viene resecata una parte di pancreas, pari ad almeno la metà della massa dell’organo; abbiamo cioè individuato delle alterazioni metaboliche, predittive dello sviluppo del diabete”.

Questo filone di ricerca oltre a consentire l’identificazione di marcatori di diagnosi precoce della comparsa del diabete, potrebbero un giorno portare anche all’individuazione di meccanismi, da trasformare in nuovi target terapeutici, per rallentare il declino della funzione pancreatica. 

“Uno dei marcatori di rischio di sviluppare diabete che abbiamo individuato – spiega la dottoressa Mezza – è l’incapacità da parte dei pazienti di produrre velocemente l’insulina, in risposta ad un pasto ricco di carboidrati (il cosiddetto ‘ritardo della prima fase di secrezione insulinica’); un altro è la ridotta sensibilità delle cellule beta pancreatiche all’azione degli ormoni gastro-intestinali (es. GLP-1, GIP, ecc.).

Per la prima volta inoltre abbiamo dimostrato che anche le cellule pancreatiche producono GLP-1 (considerato fino ad allora solo un ormone prodotto da alcune cellule intestinali specializzate), che è modulato in modo diverso in un paziente che sta sviluppando diabete, rispetto ad una persona normoglicemica. Questo potrebbe aprire la strada all’individuazione di una categoria di pazienti con ‘incretino-resistenza’, in questo momento impossibile però da misurare nella pratica clinica”.

“Non posso che esprimere la mia profonda gratitudine all’EASD – prosegue la dottoressa Mezza – che ha creduto in me fin dall’inizio, sostenendo le mie ricerche, nel 2017 con il Premio ‘Rising star’, con il ‘Future leaders Mentorship programme for clinical diabetologist’ (che ha supportato un mio progetto di ricerca triennale sul GLP-1 intra-insulare, portato avanti con il professor Jens Holst e ha portato a una pubblicazione su Metabolism) e quest’anno con il Premio Minkowski che mi fa sentire accompagnata e supportata in questo mio percorso di ricerca.

Il gruppo di Ricerca

I miei più sentiti ringraziamento vanno inoltre a chi ha reso possibile tutto questo, il mio gruppo di ricerca e il professor Andrea Giaccari (Associato di Endocrinologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore, Responsabile del Centro di Malattie Endocrine e Metaboliche di Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS) che hanno seguito le mie ricerche dall’inizio, il professor Alfredo Pontecorvi (Ordinario di Endocrinologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore e Direttore della UOC di Endocrinologia e Diabetologia di Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS) per aver sostenuto ogni mia tappa professionale, il professor Sergio Alfieri (Ordinario di Chirurgia Generale all’Università Cattolica del Sacro Cuore, direttore del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche di Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e Direttore Clinico Scientifico dell’Ospedale Isola Tiberina-Gemelli Isola), senza il quale non sarebbe stato possibile condurre le ricerche sulla pancreasectomia, e il professor Antonio Gasbarrini, Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha sempre creduto in me, supportandomi nel mio percorso”.

Il Premio Minkowski è un riconoscimento che porta anche fortuna (o che più probabilmente è lungimirante e capace di riconoscere il vero talento nella ricerca). La dottoressa Teresa Mezza è la terza italiana a ricevere il Premio Minkowski, dal momento della sua istituzione, avvenuta nel 1966.

Prima di lei il Premio era andato al professor Gianluca Perseghin, attuale Ordinario di endocrinologia presso l’Università di Milano Bicocca, e al professor Gian Paolo Fadini, attuale Ordinario di Endocrinologia all’Università di Padova. E dunque, complimenti e ad maiora alla dottoressa Teresa Mezza, orgoglio non solo di Fondazione Policlinico Gemelli – Università Cattolica, ma di tutta la ricerca diabetologica italiana.

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