La Commissione Tecnico Scientifica di AIFA (CTS), si è espressa sulla richiesta pervenuta dal Ministero della Salute in merito alla possibilità di una dose di richiamo a favore dei soggetti che hanno ricevuto un’unica dose di vaccino Janssen e alle relative tempistiche.
Il vaccino COVID-19 Janssen è l’unico vaccino anti-COVID autorizzato con schedula monodose ma l’opportunità di prevedere una dose di richiamo, o booster, è sostenuta da una serie di dati che indicano una sostanziale stabilità della risposta immunitaria, sia umorale che cellulare, fino a 8 mesi dalla somministrazione di una dose di vaccino Janssen.
“Sappiamo che una singola dose del nostro vaccino genera risposte immunitarie forti e robuste che sono durevoli e persistenti per otto mesi”, ha affermato Mathai Mammen, capo della Ricerca e Sviluppo di Janseen.
Anche la protezione nei confronti di malattia grave, ospedalizzazione o morte risulta sostanzialmente stabile fino ad almeno 6 mesi dalla vaccinazione. Allo stesso tempo, tuttavia, con il passare dei mesi si osserva un lento declino dell’efficacia vaccinale nei confronti delle forme lievi/moderate di malattia.
Le evidenze più recenti confermano l’efficacia di una dose booster (soprattutto con vaccino a mRNA) nel potenziare la risposta immunitaria al vaccino COVID-19 Janssen. Una dose di richiamo del vaccino J&J “ha generato un aumento degli anticorpi di 9 volte rispetto ai 28 giorni dopo la prima dose”, sottolinea Johnson & Johnson in una nota.
Si ritiene, pertanto, che per i soggetti vaccinati con COVID-19 Janssen sia opportuna la somministrazione di una dose booster eterologa con vaccino a mRNA (nei dosaggi autorizzati per la dose booster) a partire da 6 mesi dalla prima dose.
di Alice Preziosi