1145 litri di latte materno, destinati ai piccoli pazienti ricoverati, raccolti nell’ultimo anno grazie alla generosità di 132 mamme donatrici. La pandemia non ha fermato l’attività della Banca del Latte Umano Donato del Bambino Gesù, unica di riferimento per la Regione Lazio, che da febbraio ha potenziato il servizio di raccolta a domicilio grazie all’aiuto dei volontari dell’Associazione Bambino Gesù Onlus. 

Negli ultimi due anni, quelli della pandemia, la raccolta complessiva di latte materno donato è raddoppiata rispetto al biennio precedente: 2.387 litri di latte raccolti tra il 2020 e il 2021, contro i 1.120 litri raccolti tra il 2018 e 2019. La generosità delle 132 mamme donatrici ha consentito di alimentare nell’ultimo anno circa 200 neonati ricoverati con particolari esigenze terapeutiche. Determinante il ruolo della raccolta a domicilio in tutto il Lazio: servizio potenziato da febbraio con il contributo di volontari selezionati dall’Associazione Bambino Gesù Onlus.  

«Nonostante il numero di mamme donatrici non sia particolarmente aumentato, siamo riusciti a raccogliere molto più latte in questi due anni di pandemia», spiega il dottor Guglielmo Salvatori, responsabile del Banca del Latte e dell’Educazione nutrizionale neonatale. «Questo probabilmente è dovuto a diversi fattori. Innanzitutto le mamme in questi due anni hanno trascorso, come tutti gli italiani, più tempo a casa, permettendo loro di avere anche più tempo da dedicare all’estrazione e alla raccolta del latte. Inoltre in un periodo difficile come quello pandemico, molte persone hanno deciso di dare il loro contributo per aiutare i più bisognosi. Questo ha evidentemente riguardato anche le mamme che hanno deciso di donare ancora più latte del solito». 

Le procedure di sicurezza adottate rendono il latte umano donato assolutamente sicuro, non solo in ottica di contenimento della diffusione del virus SARS-CoV-2. Tutte le mamme vengono infatti sottoposte a specifici controlli prima di poter diventare donatrici. Soprattutto, il latte materno non è in grado di veicolare il virus del COVID-19 e, qualora venisse contaminato da fattori esterni, sarebbe reso ulteriormente sicuro dal processo di congelamento e successiva pastorizzazione a cui viene sottoposto in Ospedale prima del suo utilizzo. 

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