L’organizzazione sindacale shc ha condotto un’analisi sulle proposte e schieramenti dei vari politici concernenti i programmi elettorali sulla sanità. Le grandi sfide che attendono i cittadini (pandemia, attuazione del PNRR, riforme strutturali, recupero delle prestazioni sanitarie, gestione ordinaria di oltre € 130 miliardi di spesa pubblica), nessuna forza politica ha elaborato un piano serio di rilancio del servizio sanitario nazionale e sociale in grado di garantire alla popolazione il diritto alla reale tutela della salute.

Tra gli operatori sanitari e socio sanitari nasce una profonda preoccupazione in difesa del loro lavoro e del loro ruolo, sono stanchi di vedere la propria professione svilita e usata come forza lavoro per sopperire alla carenza degli infermieri. 

Le proposte presentate dai vari schieramenti politici sono frammentate, alcune non sostenibili, altre poco attuabili o accentuati rispetto a norme già in vigore o a quanto previsto dallo PNRR. 

Ai partiti e ai candidati, manca una visione d’insieme sul Servizio Sanitario Nazionale, sul servizio sociale, RSA, così come la valutazione dell’impatto economico salariale. Gli operatori socio sanitari restano ai margini delle proposte, non sono contemplati nei piani per dare dignità professionale e una retribuzione europea.

La pandemia ha aumentato la consapevolezza e la necessità di avere un sistema sanitario pubblico e sociale equo, che deve rappresentare un caposaldo della nostra democrazia, invece, ha portato la politica a ritornare nelle retrovie finendo nuovamente relegata a una politica d’interessi. Vedi i ritardi nell’erogazione delle prestazioni sanitarie (lista di attesa lunghissime), con una conseguenza disastrosa sulla salute dei cittadini, anche sulla salute mentale, senza contare la demotivazione del personale.” tutto imputato alla carenza di personale e non al sistema politico dedito al risparmio”.  Quasi nessuno dei candidati o dei partiti ha affrontato il tema della sanità pubblica – privata attraverso proposte. Tutto è finalizzato a spendere verso una sanità privata.

Una politica che non è più in grado di dare risposte alle esigenze dei cittadini, svendendo il sistema sanitario pubblico al privato, e non riconosce stipendi adeguati, sicurezza nei luoghi di lavoro. Bisogna rimettere la sanità al centro dell’agenda di Governo a prescindere dall’esito delle urne, perché il diritto costituzionale alla tutela della salute non può essere ostaggio d’ideologie partitiche.

Bisogna investire anche sulla formazione dell’operatore socio sanitario, di riconoscere una professione che in questa pandemia si è spesa a rischio della propria vita, affrontando una pandemia con scarpe di cartone, senza armi.

La salute va rimesso al centro, potenziando i servizi di prevenzione domiciliari, rsa con investimenti mirati a migliorare i modelli che funzionano meglio, trovando il coraggio di fare, senza interpretare termini e terminologie poco significative. Sul potenziamento dell’assistenza territoriale notiamo che tutti i partiti convergono agli obiettivi con proposte delle precedenti legislature. Il PNRR, e il DM 77/2022 fa rimanere la riorganizzazione delle cure ostaggio della riforma sui medici, come rimane l’aggiornamento sugli standard ospedalieri previsto dal DM 70/2015 al palo, e le strutture per anziani sono dimenticate dalla riforma PNRR.

Sull’Assistenza socio-sanitaria le proposte sono poste in maniera generica, le numerose azioni proposte sono frammentate e senza una visione del sistema. 

Egregi; a fronte delle complesse sfide sulla sanità pubblica dove molti cittadini attendono da questo Governo soluzioni, rileviamo che nessuna forza politica ha elaborato un adeguato piano di rilancio per la sanità pubblica, RSA, terzo settore, coerente con gli investimenti e le riforme del PNRR, in grado di contrastare la privatizzazione al fine di garantire a tutti i cittadini il diritto costituzionale alla tutela del nostro bene più prezioso: la salute.

Mentre a fronte di complesse sfide che gli oss si sono trovati in questa pandemia, emerge un quadro decisamente deludente da parte di tutte le forze politiche. Si rileva nei loro programmi scarsa attenzione con visione limitata e proposte strumentali verso una professione che si è distinta in prima linea in questa pandemia. 

L’analisi che emerge è il frutto di scelte precise fatte da questo governo, scelte che portano l’Italia a una continua perdita di capacita di determinazione nella gestione delle politiche economiche e delle politiche energetiche, il covid ha evidenziato un problema che già c’era. 

Il problema è come ci si prepara per una programmazione seria, utile?, come saranno spesi i fondi?, ma soprattutto chi avrà la determinazione politica per applicare la nuova riforma sanitaria e socio sanitaria? 

Come sindacato shc chiede certezze, e un impegno da parte della politica affinché il sistema salute funzioni per tutti i cittadini e nessuno sia escluso, e dare slancio alla professione dell’operatore sociosanitario con strumenti e conoscenze garantendo una programmazione, un’organizzazione, attraverso una formazione (istituti socio sanitari) con i fondi Europei, revisione del profilo con diploma, registro nazionale obbligatorio, assunzione, aggiornamento continuo, contratto unico tra pubblico e privato con un’adeguata retribuzione economica, riconoscere in tutti i comparti il ruolo socio sanitario per l’oss, modernizzazione di una nuova figura tra l’oss e l’infermiere attraverso un quadro legislativo incentrato sulla qualità, potenziando il capitale umano.

Come sindacato di categoria siamo disponibili al confronto e a trovare soluzioni condivisa.

8/9/2022

                                                                                           x La Segreteria Nazionale SHC OSS

                                                                                                         Angelo Minghetti 

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