La famosa piramide egizia come camera di cura del faraone: piena d’acqua funzionava come un diapason.

Nel 2022 è ricorso un curioso centenario. Era il novembre 1922 quando la tenacia dell’archeologo inglese Howard Carter (1874-1939) fu premiata con l’inattesa scoperta della tomba di Tutankhamon.

Una scoperta grandiosa

Quella scoperta svelò il tesoro più prezioso della storia dell’Antico Egitto e al contempo consegnò all’umanità uno dei volti più conosciuti e amati di sempre, il “faraone bambino”! Ma il 2022 è stato un anno importante per gli studiosi dell’antico Egitto anche grazie ad una rivoluzionaria scoperta tutta italiana.

Filippo Biondi (Università dell’Aquila, ISSIA-CNR, Agenzia Spaziale Italiana), uno dei massimi esperti di radar e Corrado Malanga (ricercatore universitario presso il dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’università di Pisa dove ha insegnato per più di 35 anni Chimica Organica, Green Chemistry e Chimica dei Composti Elementorganici) hanno effettuato una scansione tomografica della Grande Piramide di Giza mediante un radar installato su un satellite per portarne alla luce il dettaglio delle strutture interne.

La tomografia

La tomografia è una tecnica di diagnostica per immagini ampiamente utilizzata da anni in medicina, dove una serie di radiografie dell’interno del corpo umano viene scattata con l’ausilio di un computer e permette di ricostruire un modello dell’interno della porzione del corpo umano interessata.

Biondi e Malanga hanno utilizzato lo stesso principio, ma sfruttando questa volta il “radar ad apertura sintetica” (SAR) del satellite italiano COSMO-SkyMed, ed hanno ottenuto per la prima volta al mondo un modello tridimensionale preciso dell’interno della piramide. Il riconoscimento scientifico della loro pubblicazione è stato proposto ad agosto di quest’anno ed è avvenuto in ottobre (ISSN 2072-4292). Cosa hanno scoperto Biondi e Malanga di così innovativo?

Che la Grande Piramide di Giza contiene molti cunicoli e strutture di cui prima si ignorava l’esistenza e di cui ad oggi non se ne conosce la funzione – benché Malanga abbia una propria teoria in merito.

Quello che sembra certo è che la Piramide venisse riempita d’acqua durante l’utilizzo: così la teoria comunemente accettata finora secondo cui la Piramide fosse la tomba del Faraone sembra vacillare pesantemente.

Malanga ipotizza che, tramite le vibrazioni sonore generate dal vento del nord che impattava sull’esterno della piramide, opportunamente amplificate dall’acqua presente nei cunicoli (la struttura assomiglierebbe a quella di un diapason), fosse possibile “curare” il Faraone.

Se così fosse, saremmo di fronte alla prima clinica della storia umana. In effetti, esistono oggi diverse applicazioni medicali che sfruttano onde acustiche, a frequenza ultrasonica o meno, impiegate per il trattamento di artrosi, artriti, contratture muscolari, slogature, tendiniti, borsiti, prostatiti ed anche cellulite.

La teoria di Malanga va anche oltre, ma indipendentemente dalle ipotesi resta il fatto che questa scoperta italiana sia indubbiamente rivoluzionaria e porti nuovo materiale di studio che terrà impegnati gli egittologi per anni. Se poi le Piramidi fossero realmente state delle antiche cliniche, sarebbe tutto molto affascinante… no?

#giza, #diapason, #clinica

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