Aumentano in modo preoccupante minacce, aggressioni, violenze, contro gli operatori sanitari. Se ne parla già da tempo, davanti a fatti di cronaca sempre più frequenti. Secondo l’Inail, in base a dati relativi al periodo 2019-2021, gli episodi cruenti sono stati circa 1600 l’anno. Nel dettaglio, sono stati 4.821 gli infortuni legati a fatti di violenza, con un calo del 30% nel 2020, ma solo perché si era in pieno periodo Covid.

Se ad essere colpiti risultano soprattutto infermieri e medici, di sesso femminile, e non solo nel pronto soccorso, nella triste classifica avanzano violenze verbali (insulti e urla) e aggressioni fisiche (la spinta più o meno violenta è in cima alla lista ma è segnalata pure una certa percentuale di abusi sessuali), anche nei confronti di farmacisti e parafarmacisti. Sono in salita poi le molestie etniche e razziali. E tutto questo comincia a riguardare inoltre gli operatori domiciliari.

Un panorama negativo che è stato sottolineato dalla Relazione sulle attività dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie 2022 del Ministero della Salute, appena presentata al Parlamento, con numeri che provengono pure dai diversi Ordini professionali coinvolti. Per inciso, la costituzione dell’Osservatorio (ONSEPS), risalente al 2020, si è resa necessaria proprio per avere specifici compiti di monitoraggio, studio e promozione di iniziative volte a garantire la sicurezza dei professionisti della sanità.

Il report ha evidenziato come però non ci sia una omogenea raccolta di dati circa le aggressioni da parte delle varie regioni italiane e quindi questa è sicuramente una lacuna da colmare.

Possibili soluzioni contro tali escalation aggressive sono corpose campagne di sensibilizzazione (come quella indetta il 12 marzo scorso), sia verso i cittadini, sia verso gli stessi operatori sanitari, in modo che possano acquisire strumenti per gestire i casi di violenza. Ad esempio, si è notato che situazioni del genere prevedono di solito una vera progressione, passando dalla violenza verbale e via via a quella fisica, come se (purtroppo) si stesse interpretando un copione con lo scopo di mettere all’angolo, non solo metaforicamente, chi invece ha solo l’obiettivo di aiutare persone in difficoltà. Intanto, il ministro della Salute Orazio Schillaci ha annunciato norme per istituire presidi di polizia nelle strutture ospedaliere e per avviare procedibilità d’ufficio contro chi commette violenze.

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