Negli anni sono stati fatti passi considerevoli nell’affrontare malattie importanti come le oncologiche, non soltanto da un punto di vista terapeutico, ma anche per l’atteggiamento che si ha verso il percorso diagnostico terapeutico del paziente, il quale è sempre più al centro di una rete di professionisti.

E per implementare ancora di più la medicina di precisione in Italia è partita un’iniziativa che prende proprio questo titoloPercorso regionale per l’implementazione della medicina di precisione nei territori italiani’. Il progetto è stato realizzato da più attori come il gruppo Apmp – Associazioni Pazienti, insieme per il diritto alla Medicina Personalizzata in oncologia, grazie al supporto di Roche e Deloitte.

Il piano di lavoro prevede una serie di tavoli di confronto da tenersi in sei regioni italiane (Abruzzo, Campania, Lazio, Lombardia, Piemonte e Sicilia) per favorire la connessione di soggetti chiave, quindi far dialogare tra di loro le istituzioni regionali con i management sanitari, i referenti delle Associazioni di pazienti e delle Reti oncologiche regionali, se presenti, al fine di fornire una fotografia della medicina di precisione nel nostro Paese e di dare vita a proposte operative concrete per sensibilizzare la corretta implementazione della medicina di precisione in oncologia sul territorio nazionale.

Nella nota diffusa da si legge ‘I successi della ricerca scientifica nel campo della genetica, genomica e biologia molecolare- da una parte, e quelli della scienza dei dati dall’altra, stanno trasformando la prevenzione, la diagnosi e il trattamento dei tumori. Negli ultimi anni abbiamo assistito all’affermazione dell’oncologia di precisione, un approccio al tumore a partire dalle sue caratteristiche genetiche e molecolari, diverse per ogni individuo e indipendenti dalla sede anatomica dove la malattia si sviluppa’.

Il progetto è partito dalla Sicilia, una regione che da quanto riferito dal Dipartimento per le Attività Sanitarie ed Osservatorio Epidemiologico della regione, si stima che solo circa il 4% della popolazione siciliana abbia ricevuto una diagnosi di tumore. Un numero basso dato dalla scarsa prevenzione, ma in costante aumento, e forse una delle spiegazioni è proprio la diffusione degli screening o di altre forme di diagnosi precoci di alcuni tumori, come la mammella o il colon-retto. Strumenti importantissimi per affrontare la malattia nei tempi giusti per le dovute cure.

Al primo tavolo, organizzato nel capoluogo della regione siciliana, molti i soggetti che vi hanno partecipato. “Stiamo assistendo nell’ultimo periodo – ha sottolineato il dottor Filippo Fraggetta, direttore Uoc Anatomia Patologica, Ao Gravina di Caltagirone e presidente Siapec-Iap – ad una rivoluzione molecolare e digitale e ci aspettiamo che nei prossimi anni la biologia molecolare, la genomica e l’intelligenza artificiale lavorino insieme per una medicina di precisione sempre più a portata del paziente”.

Ha aggiunto il professor Vincenzo Adamo, coordinatore della Rete Oncologica Siciliana (Re.O.S.) e del Molecular Tumor Board regionale “Negli ultimi anni è cambiato molto il paradigma dell’atteggiamento verso il percorso diagnostico terapeutico del paziente, il quale è e deve essere al centro, circondato da diversi esperti, tra cui per esempio il genetista, il chirurgo, l’anatomo-patologo e il radioterapista”.

A proposito delle associazioni dei pazienti “sono ora più che mai al fianco dei clinici – ha affermato la dottoressa Giuseppina Scandurra, direttore Uoc Oncologia Medica, Ao Cannizzaro di Catania e socio fondatore e consigliere Acto Sicilia – e, insieme, dovranno collaborare con le istituzioni per ribadire fortemente quelle che sono le necessità ed i bisogni del paziente”. A fronte di queste considerazioni, 12 associazioni si sono impegnate affinché il diritto alla medicina personalizzata venga riconosciuto dalle istituzioni.

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