ROMA – ”Sul PIL il SSN pesa dal 7,2 al 7,4%  costante negli anni  non spiega il taglio delle strutture e dei medici. Se la spesa non subisce un calo a giustificare il taglio verticale di strutture e professionisti allora è negli appalti che dobbiamo trovare la causa del declino del SSN.

Sulla carta abbiamo un SSN perfetto, i LEA coprono le esigenze di tutta la popolazione, nella pratica però rischi di morire perché non trovi un’ambulanza o un posto in ospedale è reale”.

E’ quanto si legge in un report di Federcontribuenti sul Servizio Sanitario Nazionale. Ricorda l’associazione dei consumatori: ”Nel 2021 lo Stato ha speso 127 miliardi e 834 milioni di euro per la sanità in Italia, un valore superiore a quello del periodo pre-pandemico. La spesa pro capite è quindi pari a 2.833,7 euro e la popolazione non è aumentata, purtroppo è drasticamente diminuita .

Il paziente contribuisce alla spesa mediante il versamento del ticket e delle assicurazioni coprendo il 32% dei costi e ancor più contribuisco alla spesa pensionati e dipendenti con la tassazione a monte”. Ed ecco, per Federcontribuenti che tra privato e pubblico il confronto suggerisce un problema a monte nel SSN.

”La spesa per prestazioni private è di 692 rispetto al pubblico che è pari a 2.141 sempre procapite quando sappiamo che è al privato che ormai ci si riferisce per le diagnosi e le cure ed è paradossale la proporzione di spesa sanitaria privata rispetto agli altri Paesi EU: in Italia è pari a 24% rispetto agli Paesi feri al 15%.

Gli italiani – sottolinea Federcontribuenti – sono tra quelli che spendono molto di più in parcelle per visite o esami nel privato. Dunque, quante fatture emettono i medici privati?”

“Non è vero quindi che lo Stato dedica meno risorse economiche alla sanità, il suggerimento è – per i consumatori –  rivoluzionare e riformare le soprastrutture, la classe dirigente, i Palazzi chiamati a gestire le finanze quindi le risorse che assorbono troppo in termini economici lasciando alla medicina vera e propria le briciole”. Abbiamo interi comuni italiani con un numero di abitanti superiore ai 12 mila abitanti senza ASL, molti altri senza guardia medica e senza medici di base e di conseguenza pronti soccorso al collasso”.

Il problema – conclude Federcontribuenti – non sono i fondi erogati ma la gestione di questi dai gruppi dirigenziali e negli appalti”. 

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