L’Istat, Istituto Nazionale di Statistica, ha presentato la decima edizione del Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes). L’analisi, oltre la metà degli indicatori è aggiornata al 2022, riguarda settori come Salute; Istruzione e formazione; Lavoro e conciliazione dei tempi di vita; Benessere economico; Relazioni sociali; Politica e istituzioni; Sicurezza; Benessere soggettivo; Paesaggio e patrimonio culturale; Ambiente; Innovazione, ricerca e creatività; Qualità dei servizi.

I dati più recenti del report, rispetto al 2019, mostrano che per 58 indicatori di benessere, oltre la metà, si registra un miglioramento nell’ultimo anno disponibile rispetto al livello del 2019, un terzo si trova su un livello peggiore, mentre il restante 13,8% degli indicatori si mantiene stabile sui livelli pre-pandemici. Se i passi in avanti riguardano Sicurezza, Qualità dei servizi e Lavoro e conciliazione dei tempi di vita (oltre il 72% degli indicatori migliora rispetto all’anno sfiorato dal Covid), non va benissimo per quanto riguarda il settore Salute, dove il 36% circa degli indicatori è rimasto stabile, una quota analoga di indicatori è migliorata, ma oltre un quarto si trova su livelli peggiori rispetto al 2019.

Da notare che l’eccesso di mortalità connesso alla diffusione della pandemia ha comportato nel 2020 una riduzione della speranza di vita alla nascita di oltre un anno (82,1 anni rispetto agli 83,2 del 2019), solo parzialmente recuperata nel 2021 (82,5 anni) e nel 2022 (82,6). Nel 2022, secondo il Bes, inoltre, nessuna regione è tornata ai livelli di vita media attesa del 2019 e si sono consolidate le note disuguaglianze territoriali che vedono la Campania con la più bassa speranza di vita alla nascita (80,9 anni), quasi tre anni in meno rispetto a Trento (84,0 anni). Tra gli indicatori di mortalità si evidenzia, ma relativamente al 2020, un peggioramento sulle cause nella popolazione anziana: aumentano quelle dovute a demenze e malattie del sistema nervoso (passando da 34 per 10mila abitanti del 2019 a 35,7 del 2020), confermando il trend in negativo già registrato negli anni precedenti.

Il rapporto Bes segnala che la speranza di vita in buona salute si stima pari a 60,1 anni (contro i 58,6 anni nel 2019). L’andamento è dovuto al picco di aumento della quota di persone che aveva valutato positivamente le proprie condizioni di salute nel contesto della pandemia.

Migliora un poco la salute mentale, ma si sottolinea il forte contraccolpo in termini di benessere psicologico subito negli ultimi due anni dai più giovani, specialmente dalle ragazze, tra le quali l’indicatore si mantiene su valori peggiori rispetto al periodo pre-Covid, sia nella fascia di età 14-19 anni sia, in maniera ancora più critica, in quella 20-24. A proposito di giovani, è in crescita la quota di coloro che, tra i 15 e i 29 anni, si trovano al di fuori del contesto di istruzione e non sono occupati (i cosiddetti Neet, cioè Not in Education, Employment or Training): in Italia la percentuale raggiunge il 19% rispetto all’11,7% della media delle altre nazioni dell’Unione Europea.

Per il lavoro, il tasso di occupazione italiano nel 2022 è di circa 10 punti percentuali più basso rispetto a quello medio europeo (74,7%), con una distanza particolarmente accentuata tra le donne (55,0% in Italia rispetto a 69,4% per la media degli altri paesi).

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