Gli esperti la indicano come BPCO, per tutti è la broncopneumopatia cronica ostruttiva, malattia respiratoria cronica che “toglie il respiro” a oltre 3,5 milioni di italiani, causando la perdita progressiva della funzionalità polmonare se non trattata in modo tempestivo e appropriato. Altrimenti è destinata a diventare una vera e propria emergenza sociale,  sanitaria, economica. Il fatto è che è ancora poco conosciuta e l’Associazione Respiriamo Insieme con l’Associazione Pazienti BPCO ha lanciato un appello nel corso della conferenza stampa “A perdifiato: verso una nuova gestione senza affanni della BPCO tra ospedale e territorio”, svolta il 31 maggio in Senato su iniziativa del senatore Francesco Zaffini, Presidente della 10a Commissione Sanità.

Tra le proposte: istituire un Registro nazionale di patologia per favorire la sorveglianza epidemiologica e far emergere il sommerso. Allo stesso modo, favorire l’integrazione ospedale-territorio per migliorare la presa in carico con risvolti positivi sull’aderenza terapeutica.

Nel corso dell’evento, alla presenza anche di tanti pazienti e dei rappresentanti delle Istituzioni sanitarie e delle principali società scientifiche della pneumologia e della medicina generale, si è sottolineate la previsione di ulteriore diffusione a causa dei fattori di rischio, in primis l’abitudine al fumo e l’inquinamento.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la BPCO è la terza causa di morte dopo le patologie cardiovascolari e i tumori, e quinta per disabilità e qualità di vita. A destare preoccupazione sono, in particolare, i peggioramenti repentini dei sintomi respiratori – le cosiddette riacutizzazioni – che possono causare gravi ripercussioni sullo stato di salute, ospedalizzazioni e aumento della mortalità.

 “Il 6% degli adulti italiani affetti da BPCO è solo la punta dell’iceberg”, ha dichiarato Simona Barbaglia, presidente dell’Associazione Respiriamo Insieme. “La BPCO è una malattia sociale ancora misconosciuta e in parte sommersa, correlata a un forte carico di morbilità e mortalità, che può essere contrastata solo con un intervento strutturato e condiviso tra tutti gli attori sanitari. È necessaria una grande opera di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sui rischi connessi alla malattia e sull’utilità dello screening spirometrico per la diagnosi precoce”.

Ha aggiunto Salvatore D’Antonio, presidente dell’Associazione Pazienti BPCO: “Per una corretta gestione della BPCO è essenziale che il paziente sia sempre più consapevole della sua malattia e in grado di tenere sotto controllo i cosiddetti ‘sintomi spia’ per gestirla in maniera adeguata. Infatti, riconoscere il peggioramento dei sintomi consente al paziente di rivolgersi tempestivamente al proprio medico e ridurre il rischio delle riacutizzazioni, dall’impatto sociale ed economico importante”.

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