L’invecchiamento della popolazione, che si fa sempre più evidente nella nostra società, mette allo scoperto il ruolo degli anziani. Ogni settore se ne occupa, dalla salute all’assistenza, all’economia e alla tecnologia. Non è più solo questione di cure e prevenzione, i senior richiamano soluzioni, idee, opportunità a 360 gradi. Delle tante declinazioni legate ai cittadini over, se ne parla a Roma, presso la Sala Capranichetta in piazza Montecitorio, alla due giorni “Senior Economy Open Days”, organizzata dall’Anaste e dal mediapartner Senzaetà. I lavori, davanti a un folto pubblico non solo di addetti ai lavori, sono iniziati con i saluti dei ministri della Salute Schillaci e per la disabilità, Locatelli, e del presidente dell’Istituto superiore di sanità Brusaferro: tutti decisi a porre al centro bisogni e potenzialità del “pianeta” anziani, cui destinare attenzione e risorse. Eppure, ha esordito Sebastiano Capurso, presidente nazionale Anaste, di anziani e della relativa riforma per i non autosufficienti (per i quali si spende lo 0,58% del Pil, 1/5 rispetto alla Norvegia che ha meno senior di noi e 1/3 rispetto agli altri paesi della Ue) se ne parla pochissimo. Anche i fondi del Pnrr, ha sottolineato il presidente, hanno lasciato fuori le Rsa che invece devono diventare veri e propri presidi di comunità, aperte al territorio, garantendo cure e assistenza per tutti. Proprio il tema “Territorio e assistenza, quale riforma?”, ha calamitato le riflessioni di vari interventi. Raffaele Antonelli Incalzi, geriatra del Policlinico Universitario Campus Bio Medico di Roma, ha insistito sul connubio qualità e formazione che deve caratterizzare sempre di più gli specialisti in forze alle Rsa, a tutti i livelli, altrimenti senza competenze qualsiasi riforma avrà vita difficile.

Le professioni sono state il focus dei contributi di Angelo Minghetti, coordinatore nazionale di Migep, Federazione delle professioni socio-sanitarie, Lucia Intruglio, presidente commissione dell’albo nazionale degli Ortottisti, FNO TSRM (sigla che raccoglie i professionisti di 18 discipline), Valerio Ponti, presidente dell’Associazione Italiana Podologi, Maria Mamone, segretario generale Snalv Confsal: pur nelle differenze delle relative competenze, purtroppo si segnala uno scarso interesse da parte di politica e istituzioni a queste figure, da stipendi troppo bassi a carichi di lavoro pesanti alla limitata considerazione del loro indispensabile ruolo come personale sanitario.

Nel secondo panel, “Avanza la Silver Economy”, Gianluigi Pirazzoli, vicepresidente Anaste, ha esortato a interventi tempestivi per aiutare le strutture che accolgono anziani con problematiche. Su “Cura e riabilitazione dentro le strutture” si è concentrata Alba Malara, presidente della Fondazione Anaste Humanitas, sottolineando come la sfida oggi sia quella di fare i conti con più forme di patologie e terapie: ma la soluzione non è quella di sommare interventi e farmaci. Servono valutazioni multidimensionale e multidisciplinare, coordinate da un geriatra, in un approccio psico-sociale-fisico, con un intreccio dinamico di competenze e specializzazioni, ponendo al centro i bisogni e il miglioramento della qualità della vita del residente. Per Mariuccia Rossini, presidente di Silver Economy Network, argomento del suo intervento, il business delle Rsa evolve in fretta e la tecnologia può apportare valori essenziali per ottimizzarne la gestione, da ogni punto di vista: è essenziale mettersi in rete, attraverso l’utilizzo di portali ad hoc, in una filiera virtuosa di soluzioni innovative per gli anziani. Concetto rimarcato nel suo discorso “La struttura in rete”, anche da Paolo Galfion, direttore della Business Unit Zucchetti HealthCare Solutions, che ha evidenziato tutta la forza della digitalizzazione in sanità, un’innovazione che non deve far paura, ma da conoscerne sempre di più per servirsene al meglio. Del “mandato Silver” ha parlato Alessandro Accinni, giurista esperto di mandato fiduciario. Così come accade per il mandato fiduciario messo a punto dalla legge 112 del 2016, meglio conosciuta come il “dopo di noi”, per assistere le persone con disabilità grave prive di sostegno famigliare, in questo caso si garantisce lo stesso supporto a un anziano nell’amministrare il suo patrimonio anche se lui non è più in grado di farlo. Una sorta di “assicurazione morale” che accompagna con tranquillità la persona nell’ultima parte della sua vita, magari quando è più fragile. Stare in guardia sulla salute delle strutture per anziani, le cui vulnerabilità potrebbero scatenare appetiti illegali da parte della criminalità, è stata poi l’esortazione di Pietro Romano, presidente Aleca-Confaipe, nel suo contributo “Welfare e servizi per l’anziano”.

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