Sono ben 13 i milioni gli italiani e 150 milioni gli europei che soffrono di dolore cronico. Sconsigliato in assoluto il fai-da-te, perché è essenziale rivolgersi ai Centri per la Terapia del Dolore, dove si analizza il dolore, cercando di capire l’origine e come porvi rimedio. Di questo argomento se ne parlerà nel corso del 62esimo Congresso Nazionale della SNO (Scienze Neurologiche Ospedaliere), in programma a Firenze dal 27 al 30 settembre. Soprattutto per sottolineare come di dolore cronico se ne parli ancora troppo poco. Spiega la dottoressa Milena Racagni (ASST Santi Paolo Carlo, Presidio San Carlo Milano; Terapia Intensiva Neurochirurgica, Terapia del Dolore): “La terapia del dolore si rivolge a popolazione mista sia giovane sia anziana e trova una collazione particolare nell’ambito del cosiddetto ‘dolore nuropatico’, ovvero dolore derivante da anomala sollecitazione del sistema nervoso sia centrale che periferico. ll dolore cronico è oggi una patologia a cui si riserva poca attenzione in ambito sanitario e sociale, benché i numeri di chi ne soffre siano imponenti. La popolazione italiana presenta una prevalenza di dolore cronico del 21,7%. Esiste inoltre una importante disparità tra le regioni, sia per l’accesso alle cure sia come uso dei trattamenti. È fondamentale”, prosegue, “che il sintomo del dolore venga approcciato correttamente sia dal punto di vista della diagnosi che della terapia, in quanto premessa fondamentale per contenerne la cronicizzazione. Negli ultimi anni si sono sviluppati diversi Centri specializzati per la Terapia del Dolore ai quali si accede tramite richiesta del medico di medicina generale o di altro specialista, con la dicitura ‘Prima visita Terapia del Dolore’”.

Il dolore cronico, dice ancora Racagni, “è un dolore persistente, continuo o ricorrente, che dura da più di 3 mesi. Diversamente dal dolore acuto, che è provocato da una specifica malattia o lesione, il dolore cronico diventa esso stesso malattia se non viene correttamente gestito. La terapia prevede un approccio multidimensionale e deve essere guidata dagli specialisti, evitando il ‘self-management’ che spesso porta a ritardi nella corretta diagnosi ed inficia sui risultati terapeutici. È quindi importante che i pazienti affetti da dolore cronico si affidino alle cure dei medici terapisti del dolore, che hanno a disposizione un’ampia gamma di farmaci come i FANS, neuro modulatori ed oppioidi. Questi ultimi giocano un ruolo importante nel trattamento del dolore severo”.

La ricerca continua a fare passi avanti anche in questo settore, affinché il dolore pur cronico possa essere trattabile e dunque permettere nonostante tutto una esistenza di buona qualità.

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