In occasione della Giornata Mondiale dei Fisioterapisti che ricorre l’8 settembre, e ad un anno dalla firma che ha permesso la nascita dell’ordine professionale di questi operatori della sanità, la FNOFI – Federazione Nazionale degli Ordini dei Fisioterapisti, ha organizzato un convegno presso l’auditorium del Ministero della Salute a Roma per lanciare il tema della prossima giornata mondiale: “La fisioterapia in tutti i luoghi di vita”. Ma anche per discutere dell’importanza della fisioterapia nel corso della vita delle persone e fare un punto sul passato e guardare al futuro di questi professionisti della sanità.

Al convegno, aperto dal Presidente della FNOFI Piero Ferrante, hanno partecipato Melania Salina Vicepresidente FNOFI, Simone Cecchetto Presidente AIFI – Associazione Italiana Fisioterapisti, rappresentanti istituzionali come Mariella Mainolfi, Direttore Generale delle professioni sanitarie e delle risorse umane del SSN del Ministero della Salute, Gianni Amunni, oncologo, Direttore scientifico dell’ISPRO – Istituto per lo Studio la Prevenzione e la Rete Oncologica di Firenze, Daniela Marotto, Presidente CReI – Collegio Reumatologi Italiani. Interessante il racconto di due pazienti: Maria Felicia Mautone e Alessandra Tommasini che con le loro esperienze di riabilitazione hanno evidenziato l’importanza di entrare in empatia con questi professionisti al fine di un miglior percorso riabilitativo. Walter Gatti, ufficio stampa e comunicazione FNOFI ha moderato il tavolo degli interventi.

Nel dare il benvenuto ai presenti il presidente Ferrante ha sottolineato l’importanza di questo evento in quanto, ha detto, “se da un lato ci permette di ricordare la nascita della casa comune dei fisioterapisti, visto che proprio un anno fa ci veniva comunicata la nascita del nostro ordine professionale. E dall’altro ci consente, insieme alle istituzioni, ai cittadini e agli specialisti di vari ambiti clinici, di riflettere sul futuro della nostra professione”.

Guardando al presente il Presidente ha ricordato, così come diffuso anche dalla nota stampa che “nati un anno fa, gli Ordini dei Fisioterapisti-Ofi sono oggi 38 (l’Ofi Lazio e l’Ofi interprovinciale di Milano sono i più numerosi) e registrano l’iscrizione complessiva di 70388 fisioterapisti, con la componente professionale femminile maggioritaria (41187 – 58.5% del totale) e un’età media di 43 anni”. E che se fino a qualche tempo fa questa era una professione sanitaria quasi al femminile, ha rammentato che “negli ultimi anni la fisioterapia sta richiamando anche gli uomini – basti pensare che – nel range 60-69 anni, il 63% dei fisioterapisti sono di genere femminile, mentre tra i 20 e i 29 anni la percentuale è ribaltata (53%maschi, 47%femmine). Questo mondo professionale rappresenta un nucleo importante della risposta sanitaria del nostro Paese. Nello specifico c’è 1,2 fisioterapista ogni 1000 abitanti, percentuale che sale a 5,24 professionisti quando ci si riferisce a over 65 e a 36,81 fisioterapisti in riferimento a 1000 abitanti over85”.

In percentuale l’impegno dei fisioterapisti è per il 54,8 in ambito muscoloscheletrico e reumatologico, il 17,1 in ambito neurologico, il 13,2 nelle geriatrie e nei luoghi di comunità, il 2,9% nell’età pediatrica, l’1,7% lavora nell’area sportiva e il resto è impegnato in ambito cardio-respiratorio e dell’area critica.

Guardando al Futuro il presidente Ferrante si è soffermato sui mutamenti demografici e epidemiologici che la società tutta sta attraversando, di conseguenza ha spiegato che i bisogni di salute “sono completamente mutati e la necessità di accompagnare i cittadini nell’arco di tutta la vita, obbliga le professioni sanitarie a interrogarsi e modificarsi in ragione delle nuove richieste”. E men che meno una realtà come la fisioterapia “non scappa da questa rivisitazione dei propri paradigmi”, sottolinea, ribadendo che l’occasione dell’8 settembre è utile “fare il punto sul qui e ora” ma con una visione attenta al futuro.

Sull’importanza della giornata dell’8 settembre ha parlato anche Simone Cecchetto, presidente dell’AIFI, il quale ha ricordato come dal 1996 la WCPT – World Confederation for Physical Therapy, promuove e porta avanti questa giornata con l’obiettivo di sensibilizzare al ruolo della fisioterapia e dei fisioterapisti per la salute dei pazienti ma dei cittadini in generale. Si è soffermato sull’importanza della fisioterapia nei diversi casi delle malattie, come in pediatria con malattie neuromuscolari; la fisioterapia per gli anziani dove si promuove l’invecchiamento sano e attivo; la fisioterapia in ambito sportivo, utilissima, se non indispensabile, che aiuta gli atleti in moltissime situazioni traumatologiche.

Per la dottoressa Mariella Mainolfi del Ministero della Salute questa non è una professione “nascosta e silente”, anzi c’è un accompagnamento della fisioterapia in tutte la fasi della nostra vita, ricordando che sono oltre 70mila i professionisti impegnati e che ci sono spazi e ruoli da migliorare in questa disciplina. Per fortuna, ha ribadito Mainolfi, che l’offerta formativa negli atenei è in crescita. Ha ricordato che nell’anno scolastico 2022-23 c’è stato un incremento del più 48%. “I fisioterapisti sono sempre più centrali nella vita degli individui – ha ribadito – e le professioni sanitarie siano tutte unite e collaborino fra di loro per il bene del sistema sanitario e dei pazienti”.

Con Daniela Marotto, reumatologa, e Gianni Amunni, oncologo, si è passati agli interventi in ambiti clinico scientifico. Tutti e due concordi nel sottolineare l’importanza riabilitativo-fisioterapeutico per il paziente, entrando in empatia con il fisioterapista aiuta molto al processo di ripresa dopo interventi chirurgici.

Il dottor Amunni ha spiegato che fino a qualche anno fa era una contraddizione in termini, il tumore in oncologia significava essenzialmente morte e quindi era difficile mettere insieme queste due competenze: oncologia e fisioterapia. Ma dice per fortuna “le cose cambiano, tanti tumori possono essere guariti, molti tumori tendono a cronicizzare, e quindi il paziente convive a lungo con i tumori”. Di conseguenza “diventa fondamentale, perché è un fatto etico ma anche terapeutico, garantire la migliore qualità di vita al paziente oncologico, perché un paziente oncologico che sta meglio è un paziente che si può curare di più anche in termine di terapie specifiche del tumore”.

Per il dottor Amunni il fisioterapista deve far parte del gruppo multi-professionale che ha in carico il paziente oncologico, e crede che sia corretto anticipare il più possibile l’intervento del fisioterapista anche per il paziente oncologico. Perché riferisce è dimostrato “che un buon trattamento fisioterapico, per esempio può ridurre il dolore e insieme al dolore l’utilizzo dei farmaci antidolorifici in un paziente in cui anche l’utilizzo dei farmaci deve essere attentamente valutato. E dal punto di vista della sanità il paziente costa meno”.

Con l’intervento della vicepresidente Melania Salina si è chiuso il panel degli interventi. Ha ricordato che la professione del fisioterapista è cresciuta in tutto il mondo “siamo la terza professione nel mondo”, il fisioterapista è capace di dare una risposta ai bisogni della società e che negli atenei per un posto ci sono dieci persone che presentano la domanda per diventare fisioterapista. Salina si è soffermata sul cambiamento del panorama sociale è di conseguenza anche la professione del fisioterapista ha fatto passi avanti. “Ma non per questo bisogna fermarsi”. Anzi per la Vicepresidente la parola importante deve essere cambiamento, perché è importante uscire dalla visione meccanicistica, e pensare alle malattie. Quindi comprendere che oltre al corpo oltre alle articolazioni, alle ossa, ai tendini, alla tecnica, c’è un qualcosa di importante, c’è capire la persona che si ha difronte. Bisogna avere la capacità di entrare in contatto con il paziente e quindi fare parte di quella cosiddetta “interdisciplinarità”, capace di stare insieme agli altri e portare il proprio contributo per il bene della persona, della società.

E il cambiamento sarà anche il filo conduttore del prossimo evento, un convegno che ci sarà a dicembre annunciato in chiusura sia dalla Vicepresidente che dal presidente Ferrante, il quale nel salutare e ringraziare tutti ha ricordato il rapporto OMS Europa che ha stimato che in Italia circa 30milioni di persone necessiterebbe di interventi riabilitativi e quindi l’impegno della Federazione dei fisioterapisti sarà, tra gli altri, quello di lanciare quanto prima una campagna importante per riuscire a mappare le esigenze degli italiani.

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