Nonostante la pandemia, la crisi economica e un impoverimento abbastanza generalizzato, la guerra, gli italiani non hanno smesso di essere generosi. Lo fotografa la sesta edizione del rapporto “Noi doniamo”, a cura dell’Istituto Italiano della Donazione (Iid) in collaborazione con CSVnet e lo fa sapere in occasione del Giorno del Dono, che cade il 4 ottobre. Sono state esaminate diverse tipologie di dono, dal denaro, al materiale biologico, organi e sangue (su questo versante i dati segnalano un aumento ma ancora insufficienti per soddisfare le richieste cui si aggiunge il crollo dei medici nei centri trasfusionali che certo non facilita la situazione), al volontariato, cioè il tempo da donare, appunto, agli altri.
Da dire tuttavia che gli italiani, pur rimanendo generosi in una percentuale del 50%, lo sono di meno rispetto del passato. La solidarietà ha avuto un imput nel 2020, l’anno della pandemia, appiattendosi poi nel 2021, per poi riprendersi nel 2022. Ma i numeri sono ancora lontani rispetto a quelli del pre-covid. Tuttavia, ha commentato il presidente dell’Istituto Italiano della Donazione, Stefano Tabò, “quelle che vediamo sono solo le prime luci in fondo ad un tunnel ancora lungo”.
Chi ha donato denaro ad associazioni, almeno una volta, over 14 anni, lievita di numero, la percentuale è del 12,8%, ovvero un +0,8% dopo la frenata del 2021. Nella raccolta di fondi sono soprattutto le persone tra i 45 e i 74 anni a essere coinvolte, 17% contro il meno 6% dei giovani sotto i 24 anni.
Destinatarie delle donazioni sono soprattutto associazioni non profit, che segnalano però un calo nella raccolta, passata dal 41% del 2021 al 25% del 2022.
Per le preferenze, in cima alla lista la ricerca medico-scientifica (35% contro il 49% del ’21), poi gli aiuti per le emergenze che si attestano al 29%, la protezione degli animali che passa al 27%, mentre l’assistenza a persone malate o con disabilità non supera il 18%.
In senso generale, il report evidenzia un aumento di volontari, su vari fronti, nella fascia di giovani e giovanissimi, fra i 14 e i 17 anni: la percentuale è cresciuta dal 3,9% del 2021 al 6,4% del 2022.
Il rapporto si fa anche una domanda: perché c’è una nutrita schiera di connazionali che non dona?
Una motivazione sopra le altre, a parte il lato egoistico e individualista che si sta intensificando nella nostra società: la scarsa fiducia nell’efficienza delle organizzazioni non profit nella gestione dei fondi donati.