Nel corso del 64esimo congresso della Sin, Società italiana di nefrologia, che si è svolto a Torino dal 4 all’8 ottobre, novità importanti per la cura dei reni, dopo anni di quiescenza. Un cambio di passo con nuove terapie, per contrastare la progressione della malattia e potenziare il miglioramento della qualità della vita dei pazienti.

E non è certo poco, in un paese come il nostro in cui le patologie nefrologiche toccano dal 7 al 10% della popolazione.

Tra le news, l’uso del fineromone, che contrasta la progressione della malattia renale e lo sviluppo delle sindromi cardio-renali. Inoltre, oltre alle terapie sono a disposizione nuovi farmaci come il Roxadustat, in grado di contrastare l’anemia da malattia renale cronica, una conseguenza della malattia che coinvolge il 90% dei pazienti e che intacca pesantemente la loro qualità della vita. In questo senso, una ulteriore novità: il difelikefalin è un medicinale in grado di aiutare coloro che soffrono di prurito in seguito a una malattia renale cronica, una problematica che riguarda circa il 40% dei pazienti, soprattutto dializzati.

Altre novità di cui si occupa il congresso sono quelle che riguardano la cura delle terapie rare. Lo spartesan, ad esempio, è una nuova molecola che potrà aiutare le persone affette da glomerulonefriti, una patologia che colpisce i giovani, ed è tra le principali cause di insufficienza renale terminale.

Diverse le innovazioni da implementare anche dal punto di vista organizzativo grazie alle nuove tecnologie: oggi curare il paziente a casa è la nuova frontiera del Servizio sanitario. In pratica, negli affollati centri specializzati, che talvolta non possono rispondere in pieno alle richieste, dovrebbero arrivare solo pazienti che non possono utilizzare la dialisi peritoneale o l’emodialisi domiciliare: “Eppure la diffusione di questa opzione è ancora molto limitata su tutto il territorio, con un dispendio di tempo e risorse”, ha sottolineato la segretaria del Sin Mariacristina Gregorini, direttrice di Nefrologia all’Ausl-Irccs di Reggio Emilia, rimancando che “ci sono tuttavia alcuni casi virtuosi in Italia che ci permettono di guardare verso nuovi orizzonti di cura. Che è il nostro impegno quotidiano per migliorare aspettativa e qualità di vita dei pazienti, riducendo i costi per il Ssn e rendendo più efficienti gli ospedali, attraverso la creazione di percorsi assistenziali integrati fra ospedali e territorio”.

Il presidente della Sin, Stefano Bianchi, ha poi evidenziato come le malattie renali abbiano bisogno di una particolare attenzione perché colpiscono uomini e donne indistintamente e possono passare inosservati: “I reni sono spesso coinvolti in malattie e condizioni non renali come il diabete, l’ipertensione arteriosa e le malattie cardiovascolari oltre che in alcune malattie sistemiche, in particolare quelle reumatologiche, molto spesso in modo subdolo. I reni, infatti, hanno dei meccanismi di compenso e i sintomi appaiono solo quando la funzione renale si è molto ridotta, almeno sotto al 60%”.

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