“A me gli occhi please” è il titolo di uno spettacolo teatrale messo in scena da Gigi Proietti qualche anno fa. E come non dargli ragione se pensiamo che gli occhi sono il biglietto da visita di una persona. Sguardi diretti, profondi, sfuggenti.
E quante persone, per necessità o per vanità, nascondono gli occhi dietro gli occhiali. Se una volta era considerato quasi un tabù, un handicap, oggi portare gli occhiali da vista non è così penalizzante, anzi è un elemento in più che va ad aggiungersi a quei dettagli che definiscono lo stile di una persona.
Nella maggior parte dei casi sono proprio gli occhiali che si impongono allo sguardo degli altri, che siano da vista o per proteggere gli occhi dal sole, senza ombra di dubbio sono diventati elementi di costume per le loro forme ricercate e per le firme più alla moda.
E non c’è da stupirsi in quanto da una recente ricerca è venuto fuori che circa il 52% della popolazione italiana porta gli occhiali da vista, escludendo quella fetta di popolazione che porta le lenti a contatto. Percentuale che si ripete a livello europeo con nazioni che raggiungono anche il 70% per cento.
Indubbiamente da qualche decennio la tecnologia ha preso molto il sopravvento sulla vita e il lavoro delle persone con conseguenze non sempre positive per la salute, e specialmente gli occhi sono tra gli organi che più ne stanno risentendo. Ad esempio l’uso smodato dei telefonini e dei computer sono indicati tra i principali componenti di questo fenomeno. Ma lo stato di salute degli occhi può dipendere da molti fattori.
Oftalmologia o oculistica
L’oftalmologia addirittura è tra le più antiche discipline mediche e chirurgiche praticate, è la scienza che studia i disturbi e i problemi che possono interessare l’occhio e non sono poche le patologie che ne derivano. Il medico con specializzazione in oftalmologia o oculista è l’unico professionista abilitato a fare le diagnosi pertinenti agli occhi.
L’oculista attraverso una visita accurata del paziente, con strumenti di alta precisione e se necessario con ulteriori esami, prescrive le lenti correttive da adottare o lenti a contatto, colliri o altri tipi di farmaci, e quando necessita un intervento chirurgico come quello della cataratta che colpisce buona parte delle persone con l’avanzare dell’età.
Fra gli aspetti presi in considerazione da questo specialista oltre a porre il paziente davanti alla tavola optometrica illuminata per accertarsi della capacità dell’occhio di mettere a fuoco le immagini, c’è l’allineamento e la mobilità degli occhi, eventuali segnali di malattie dell’orbita e dell’apparato lacrimale, delle pupille, lo stato delle palpebre e della loro motilità.
E’ buona norma, quando non si ha necessità impellente perché si avverte disturbo agli occhi o ci si accorge che la capacità visiva non è più tanto nitida, programmare una visita dall’oculista almeno ogni due anni.
Nel caso dei bambini il medico consiglia una visita oculistica prima dei 3 anni, a seguire una prima dei 6 anni e poi ogni 1 o 2 anni fino ai 14 anni. Sempre se non ci sono urgenze diverse come lo strabismo, la sindrome dell’occhio pigro, detta anche ambliopia, la miopia e l’astigmatismo.
Gli specialisti ricordano che gli occhi non sono un organo isolato del corpo umano, di conseguenza possono essere molteplici i fattori che minano la loro salute, come per esempio l’avanzare degli anni, l’ipertensione arteriosa sistemica, il diabete mellito, l’assunzione di farmaci particolari, ma soprattutto la predisposizione familiare ad alcune patologie che colpiscono gli occhi.
L’oculista, l’optometrista, l’ottico
Oltre al medico oculista con tanto di titoli accademici, ci sono altri specialisti che si occupano della salute degli occhi.
L’optometrista, che ha conseguito una laurea triennale può misurare la vista e procedere con la prescrizione per gli occhiali o delle lenti a contatto, non può prescrivere farmaci, effettuare operazioni chirurgiche o diagnosticare malattie.
L’ottico, invece, si occupa delle vendita e della realizzazione degli occhiali, sia da vista che da sole, non può eseguire alcun tipo di esame oculare o trattare le malattie che colpiscono gli occhi.
Dopo il conseguimento del titolo accademico e l’iscrizione all’ordine di appartenenza, questo specialista, come per le altre discipline mediche, può scegliere tra l’attività libero professionale con un proprio studio, far parte di uno studio associato, svolgere la propria attività in cliniche specializzate in oculistica private o convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale, oppure lavorare negli ospedali pubblici.
INQUADRAMENTO PROFESSIONALE
La specializzazione in oculistica permette molti sbocchi lavorativi.
Tra le tante associazioni che riuniscono questi medici, la maggior parte parte è iscritta alla Società di Oftalmologia Italiana – SOI, costituita nel 1869 è una associazione scientifica tra le più antiche italiane, punto di riferimento per più di 7.000 oculisti. Nel 2010 è stata costituita l’Associazione Italiana Medici Oculisti che riunisce sia gli oculisti che gli specializzandi in oftalmologia.
TITOLO DI STUDIO
PER DIVENTARE OCULISTA
L’oftalmologia, detta anche oculistica, è una specializzazione post laurea del corso di studi in medicina e chirurgia. In Italia per poter accedere ai posti messi a concorso dai vari atenei bisogna superare un test di ammissione in quanto la disponibilità è a numero programmato, come per le altre facoltà. Il percorso accademico di un medico oculista ha lo stesso iter delle altre specializzazioni in campo medico-chirurgico; a seconda della normativa in vigore sono ben dieci o undici gli anni di preparazione prima di poter esercitare. Essendo l’occhio un organo molto complesso, molti oculisti approfondiscono la propria specializzazione focalizzando lo studio in aree ben determinate come per esempio le malattie della retina, lo strabismo, la neuro-oftalmologia, le malattie delle ghiandole lacrimali, l’oftalmologia pediatrica, e molte altre.
L’ultimo passaggio per essere abilitati alla professione di medico oculista è l’esame per l’iscrizione all’albo dei medici e chirurghi della propria provincia