Health at a glance 2023 è il rapporto curato dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici (Ocse) con l’obiettivo di capire la situazione sanitaria nei paesi aderenti, rispondendo a domande come: ci sono stati progressi? Come è l’accessibilità alle cure e come sono i servizi per la salute?

I dati si riferiscono al 2021/2022 e mostrano che la spesa sanitaria, rispetto al Pil, è stata nel complesso inferiore a quella del 2019, anno pre-Covid. In Italia, ad esempio, se la spesa media pro capite per la salute nei paesi Ocse ha raggiunto 4.986 dollari, i numeri parlano di 4.291 dollari, ben lontano dagli Stati Uniti in cui si spendono a testa 12.555 dollari, dalla Svizzera e dalla Germania (con, rispettivamente, 8.049 e 8.011 dollari).

Al contrario, nel nostro paese, risulta maggiore, rispetto alle altre nazioni, la spesa farmaceutica: da noi è 692 dollari a testa, la media per gli altri di 614. E si fa un uso eccessivo di antibiotici.

Secondo il rapporto, nei paesi Ocse l’aspettativa di vita è diminuita in media di 0,7 anni tra il 2019 e il 2021 e per il 2022 si prevede (le percentuali sono ancora parziali) un peggioramento, con l’Italia che si attesta al 9° posto in questa particolare classifica di speranza di vita, con una media di 82,7 anni, mentre Giappone, Corea, Svezia ci superano una media di 84,5, 83,6, 83,1.

Con l’avanzare dell’età aumenta la richiesta di servizi sanitari e operatori ma, questa una conferma, la situazione professionale dei professionisti della sanità è piuttosto critica.

Nei paesi Ocse, il 57% dei medici e degli infermieri ospedalieri dà giudizi negativi su salari e condizioni di vita.

Confermata anche dal rapporto la complessiva difficoltà di accedere all’assistenza sanitaria, peraltro migliorata in genere,  soprattutto per la popolazione con redditi bassi.

Eppure, avere cure e diagnosi precoci, in una migliore politica sanitaria efficace, inclusiva e tempestiva, potrebbe evitare una buona percentuale di morti. In ogni caso, le malattie più frequenti proprio per causa di morte sono infarti con patologie circolatorie varie e ictus: un decesso su quattro, nel 2021, è ascrivibile a questa patologie.

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