Il 14 novembre in tutto il mondo si celebra la Giornata Mondiale del Diabete, istituita dall’International Diabetes Federation e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 1991.
L’OMS fa sapere che ogni anno nel mondo ci sono 1milone e 500mila decessi riconducibili a questa malattia, inoltre gli adulti affetti da diabete sono il 9% e il 90% delle persone diabetiche sono affette da diabete di tipo 2.
Questa giornata è stata preceduta dagli “Stati Generali del Diabete” che si sono svolti a Roma lunedì 13 novembre, nel corso dei lavori è emerso che in Italia il diabete di tipo 1 cresce ad un tasso del 3 – 4% annuo, ha subito un’impennata soprattutto nei due anni della pandemia. Ma non si è messi meglio con il diabete di tipo 2 che fino a qualche anno fa era una malattia che colpiva soprattutto gli adulti, invece anche a causa degli stili di vita scorretti che portano ad obesità e sovrappeso, oggi c’è un incremento nelle persone al disotto dei 20 anni.
Il diabete è una iperglicemia, un eccesso di glucosio nel sangue che si verifica quando c’è una carenza di produzione di insulina da parte del pancreas. Fondamentalmente due sono le maggiori tipologie di diabete: il diabete di tipo 1, che si sviluppa in seguito ad una risposta immunitaria che distrugge le cellule del pancreas che producono l’insulina. Infatti i pazienti affetti da questo tipo sono insulina dipendente. E poi c’è il diabete di tipo 2 che si riscontra negli adulti ed è spesso associato ad una condizione di obesità e ad una predisposizione genetica.
Spesso il diabete di tipo 1 viene anche chiamato “diabete giovanile” ma gli specialisti fanno notare che possono verificarsi in età pediatrica ed adolescenziale sia l’uno che l’altro tipo di diabete. Ma esistono anche il Mody – Maturity Onset Diabetes of the Young, una forma genetica familiare, e il diabete secondario ad altre malattie, come la fibrosi cistica, le malattie endocrinologiche, oppure legato all’assunzione permanente di terapia cortisonica e alcune terapie oncologiche.
Il diabete provoca anche dolori, la neuropatia diabetica, una grave complicanza del diabete di tipo 2 che interessa circa la metà dei pazienti diabetici e che viene definita “la malattia nella malattia”, perché la serie di sintomi e segni impattano in modo drastico sulla qualità della vita dei pazienti. La neuropatia diabetica dolorosa è pari al 7,5% all’esordio del diabete, passando dopo 25 anni dalla diagnosi del diabete al 50%. Le terapie farmacologiche sintomatiche per questa malattie sono efficaci solo nel 54% dei casi.