L’assessore Saltamartini: “Punti Salute e progetti di longevità attiva per una popolazione che invecchi bene”
Con i suoi progetti e le sue buone pratiche l’Irccs Inrca può diventare un modello per tutta la sanità regionale e nazionale. Quattro di questi sono stati presentati ieri mattina nel corso del convegno dal titolo “Laboratorio multi regionale per lo sviluppo dell’integrazione socio sanitaria del paziente anziano”, organizzato in collaborazione con Regione Marche, Agenas, e Federsanità presso l’Auditorium della sede di via della Montagnola ad Ancona. Buone pratiche che nascono proprio all’interno dell’Istituto: dai Punti Salute recentemente inaugurati nelle Marche alla telemedicina, dall’invecchiamento attivo all’inclusione sociale.
“Crediamo che il modello di prossimità sia il futuro della sanità – ha commentato il direttore generale dell’Inrca, Maria Capalbo – di un Paese la cui popolazione va verso un progressivo invecchiamento generale. Ciò incide, ovviamente, sull’aumento di determinate patologie. A noi interessa l’invecchiamento che riesca a mantenere la qualità della vita delle persone e che la rete dei servizi sia capillare sul territorio. Attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie e dell’innovazione tutto questo sarà sempre più possibile e già da oggi vediamo i primi esempi”. Uno è dato dai Punti Saluti. Nelle Marche, nei mesi scorsi, sono ne sono stati inaugurati ad Acquasanta Terme in provincia di Ascoli Piceno e ad Appignano in provincia di Macerata. Strutture in grado di dare a piccole comunità territoriali una finestra aperta su servizi elettrocardiogramma, holter cardiaco e pressorio, spirometria, visite ed esami specifici con professionisti a disposizione attraverso la telerefertazione.
“Dobbiamo porci come obiettivo quello di rispondere ai bisogni quotidiani di una società che invecchia: con i Punti Salute vogliamo ridurre gli accessi impropri in pronto soccorso, abbattere le liste di attesa e alleggerire la domanda sul sistema ospedaliero – ha sottolineato il vice presidente regionale e assessore alla Sanità Filippo Saltamartini – senza dimenticare la presa in carico delle cronicità, ma indispensabili sono anche i progetti di longevità attiva per avere cittadini che invecchiano bene e in buona salute. In questa direzione vanno anche gli investimenti del PNRR: potenziamento dei servizi di prossimità e invecchiamento attivo”.
C’è poi il progetto Marea che prevede la presa in cura del paziente affetto da malattia renale avanzata da un punto di vista multidisciplinare con nefrologo, dietista, psicologo e assistente sociale che collaborano per migliorarne la qualità della vita e consentire, dove possibile, la terapia domiciliare. Un approccio multidisciplinare introdotto anche in contesto di Accettazione Geriatrica d’urgenza dove, in determinate condizioni e circostanze, il lavoro dell’assistente sociale e dello psicologo per l’attivazione di un percorso di ammissione “protetta”, migliora gli esiti del paziente anziano.
E l’approccio innovativo è alla base anche dei progetti di longevità attiva. Inrca, ad esempio, partecipa al gruppo operativo di Agricoltura Sociale Marche grazie al quale 143 anziani autosufficienti, di età da 65 a 87 anni, hanno preso parte ad attività di tipo occupazionale inerenti orticoltura, socializzazione e altre attività in aziende agricole riscontrando un aumento del benessere percepito, del senso di autostima e un miglioramento di alcune abilità fisiche. Sono solo alcuni degli ambiti di lavoro dell’lnrca: ricerca e buone pratiche potenzialmente replicabili in tutte le strutture sanitarie d’Italia, soprattutto alla luce di un progressivo invecchiamento della popolazione che, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, nel 2050 sarà composta per oltre un terzo da ultra 65enni.
“In Italia gli anziani sopra i 65 anni sono 14 milioni. Di questi 4,2 vivono da soli e molti, quasi un 30%, nelle ultime 4 settimane non hanno avuto un contatto sociale. Noi dobbiamo investire sugli ultimi 30 anni di vita, non abbandonare gli anziani a loro stessi, né relegarli a una rsa. Agenas – ha sottolineato il suo project manager Francesco Enrichens – con Federsanità-Anci stanno lavorando nell’Osservatorio per l’emersione delle buone pratiche e le Marche sicuramente ne hanno diverse da proporre. L’obiettivo è lavorare nel socio sanitario perché è necessario fondare una comunità di pratica che permetta l’implementazione della sanità territoriale in un unicum con gli ospedali e l’emergenza-urgenza”.
Secondo Domenico Scibetta, presidente di Federsanità-Anci Veneto e project leader dell’Osservatorio “le Marche sono una regione molto vivace nella progettualità. Per noi è la terza tappa in Italia con l’obiettivo di fare emergere le migliori esperienze nazionali, renderle evidenti, individuare elementi di forza ed essere anche di supporto alle politiche nazionale dell’integrazione socio sanitaria”.