Si sa che stare nel verde, passeggiare e sostare in un bosco rasserena e tranquillizza, ma c’è di più. Immergersi negli ambienti naturali ottimizza la salute, limitando lo stress ossidativo e la pressione, aumentando i livelli di serotonina, l’ormone del buon umore e del benessere, appunto.

Il potere della Natura non è solo un fattore estetico ed emozionale, ma regala vantaggi scientificamente dimostrati.

Tra le ultime ricerche c’è quella dell’Istituto per la bioeconomia del Cnr, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, assieme al Club alpino italiano e alle Università di Parma e Firenze, Verona, e all’Istituto Pio XII di Misurina: gli oli essenziali emessi dalle piante, i monoterpeni, sono in grado di ridurre in maniera significativa ansia, stress, asma.

Forest Therapy

Qui si parla della Forest Therapy, o del bagno in foresta, chiamato Shinrin-Yoku in Giappone, paese da cui deriva questo approccio naturale al malessere che coinvolge soprattutto chi, vivendo nelle città, ha poco a che fare con il verde e molto, piuttosto, con gli smartphone.

Che, come prima regola della Forest Therapy, vanno spenti. Lo scopo è quello di risvegliare tutti i sensi sopiti, proprio attraverso il contatto con gli alberi: guardare il bosco, odorarne i profumi, ascoltare i suoi rumori (anche soltanto il vento che movimenta le foglie), stimola il sistema nervoso, normalizza la digestione, potenzia il sistema immunitario, la memoria, la capacità di concentrazione. E toccare la corteccia degli alberi riconnette alla nostra naturalità sopita, da fare emergere.

Non è trekking

Lo Shinrin-Yoku non è un’attività di forte allenamento fisico faticoso, non è un trekking, non ci sono da superare dislivelli pazzeschi né servono attrezzature (a parte un abbigliamento comodo). Pertanto, va bene a ogni età, pure per chi ha qualche problema di movimento.
Tutto è all’insegna della lentezza, del muoversi in sicurezza, nel condividere con un gruppo di altre persone le sensazioni di ciò che si sta vivendo, anche in compagnia di una guida specifica che insegna come procedere e avere i massimi benefici di questi contatti ravvicinati con un fiore, un ramo, una foglia, una corteccia, il gorgoglio di un ruscello, il canto di un uccellino.
Gli esperti di Forest Therapy o Forest Bathing, una terapia appunto più strutturata rispetto a una semplice passeggiata, hanno competenze multidisciplinari in diversi campi, come la salute planetaria, la medicina forestale, la sociologia, la psicologia, il lavoro sociale, l’ecologia emotiva. Tra i corsi di formazione per quello che ormai è chiamato “benessere forestale”, c’è quello organizzato dallo Csen, Centro Sportivo Educativo Nazionale, che collabora con il Coni (tra i primi a credere a questa disciplina “naturale”).

Come si svolge

Si sceglie un terreno pianeggiante o con dislivelli minimi e si inizia a fare intima conoscenza con il green tutto intorno, scambiandosi pure idee e impressioni.
Non è però un “semplice” godere della bellezza del Creato, bensì si impara a sfruttare le notevoli potenzialità che offre la Natura, migliorando la personale condizione fisica e psicologica: ad esempio, chi ha paura degli insetti o delle vipere, riesce a gestire (o almeno ci prova) questi suoi piccoli-grandi terrori, perché capisce che pure quello è il “suo” mondo, visto in un’altra prospettiva.
Una “lezione” dura da due a tre ore, in gruppi di poche persone, da ripetere se si può più volte alla settimana, altrimenti l’effetto positivo diventa una specie di piacevole ricordo di una gita nel verde.

Dove si può praticare

Anche in un parco di città, In un bosco, per via dei tanti alberi presenti e della loro diversità, è possibile lasciarsi avvolgere da una maggiore quantità di monoterpeni, ma anche in un variegato giardino o in un parco urbano si può raggiungere e migliorare il proprio benessere. La ricchezza di piante e di vita, e di percorsi adeguati che sono disponibili in questi spazi cittadini, invita comunque ad abbandonarsi a stati mentali positivi.

Shares
Abilita le notifiche OK No grazie