Il “Processo decisionale di medici e sanitari” in calce al Master in gestione e programmazione dei Servizi sanitari dell’Istao di Ancona

Il convegno dell’ISTAO per celebrare la memoria del prof. Gianmario Raggetti, recentemente scomparso, ha voluto ricordare una materia specifica, complessa e delicata cui il docente anconitano aveva dedicato gran parte del suo impegno universitario e del suo staff di ricerca.

Il titolo: “Complessità nel processo decisionale del medico e dell’operatore sanitario” spiega già la responsabilità di approfondire come quando e perché chi opera nella sanità può e deve prendere decisioni concernenti la salute e spesso la vita del paziente.

Tale materia, come ha spiegato il Presidente dell’ISTAO di Ancona, prof. Mario Baldassarri è tema centrale e forte del “Master in gestione e programmazione dei servizi sanitari 2023-2024” che vede un grande e rinnovato interesse fra i neolaureati non solo marchigiani.

Così, dopo che amici e colleghi del prof. Gianmario, a partire dal rettore dell’Università politecnica delle Marche Gian Luca Gregori ai Presidi di Medicina Silvestrini e di Economia Staffolani, hanno ricordato l’uomo e il cattedratico, il tenace ricercatore e propositore di idee innovative per corsi di studio che oggi più che mai approfondiscono, interpretano e mettono in pratica il delicato momento di transizione della Sanità, è stato annunciato che Elena e Enrico Mairov e gli amici della sanità israeliana hanno piantato sulle colline di Gerusalemme un albero della vita in ricordo del giusto Gianmario Raggetti. 

Illuminanti le relazioni poi della prof. Simona Luzzi sulla visione neurale insita nel processo decisionale individuale dove le evidenze non necessariamente diventano pratica o di seguito, “i fattori individuali che modulano il processo decisionale dell’Operatore sanitario” illustrati dalla prof. Maria Gabriella Ceravolo che ha approfondito la teoria delle complessità con validi esempi, uno per tutti la misurazione del valore percepito dal paziente per la qualità delle cure, spesso diverso dall’erogazione delle stesse.

Infine, il prof. Mauro Zampolini ha spiegato perché lntelligenza artificiale può oggi dare una mano nell’elaborazione veloce delle decisioni in sanità. Purchè le informazioni di cui si nutre siano esatte, aggiornate e complete. Senza dubbio – per Zampolini – il ricorso all’AI serve, se integrata e combinata con quella umana del medico, a diminuire il carico ed il costo amministrativo di una macchina burocratica che funziona male, poco oliata ed organizzata, specie se guardiamo alla mancata uniformità dei dati, delle cartelle cliniche, della loro disponibilità e dell’interdisciplinarietà delle decisioni mediche. Una visita medica “registrata” da Intelligenza artificiale potrebbe elaborare in tempi molto ristretti milioni di esperienze e informazioni, casistica e sintomi, statistiche, dati, orari, criticità e persino impressioni confrontando il tutto in pochi secondi. Ogni medico potrebbe trarne vantaggi e ridurre rischi di errori al minimo. Ma se il buon senso, l’etica e la prudenza del medico ancora non devono andare del tutto in pensione, senz’altro il fattore tempo consiglia di fare subito dei passi avanti verso l’innovazione. Anche guardando, come ha sottolineato Alberto Deales del policlinico Umberto I di Roma, al budget sempre più risicato (con l’effetto tunnel) delle aziende ospedaliere, alle carenze di personale medico e non, alla necessità di formazione dei TEAM sanitari che non possono non tener conto oltre che delle competenze, dell’ambiente di lavoro, dell’interazione, dell’organizzazione e delle tecnologie.

Tutte “lezioni”, più che pillole di saggezza, che, come ha concluso il presidente Baldassarri, il lungimirante prof. Gianmario Raggetti aveva previsto da anni. 

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