Incontro al FORUM N.A. per denunciare le “dimenticanze” della riforma sanitaria sul territorio
Ansdipp e Anaste hanno organizzato, nel contesto del Forum per la Non Autosufficienza di Bari, l’incontro “Servizi sociosanitari: un manifesto per le RSA, tra incognite della riforma e il rilancio di un settore”. Il Presidente dell’Ansdipp Sergio Sgubin ha illustrato l’iniziativa della raccolta di firme per la petizione, quel manifesto per le Rsa che vede impegnate le sigle del Coordinamento interassociativo CIASS, nel proporre le strutture per la terza età come presidi territoriali insostituibili ma poco considerati nell’attuale riforma sanitaria. Problema gravissimo se si pensa a quanto a livello governativo è stato deciso ultimamente sia nel Dm 77 che nella legge 33 con i decreti applicativi successivi e recenti, che alla Rsa come struttura non fanno proprio riferimento.
“Una dimenticanza voluta?” si è domandato addirittura nelle conclusioni-appello il Presidente Anaste Sebastiano Capurso, che ha ribadito, dati alla mano, l’importanza di potenziare le Rsa sia come personale sia come adeguate strumentazioni che possano contribuire a elevare la qualità sanitaria delle stesse, in vista anche dell’aumento sensibile della popolazione anziana.
Se si vive più a lungo è chiaro che si alza il numero delle patologie e dei malati. Infatti il 90% delle persone in Rsa sono anziani fragili, malati non autosufficienti ed è inutile sperare che in tali condizioni si possano curare a domicilio.
A Bari il moderatore Luca Guazzati, direttore di Senzaetà, ha poi introdotto l’intervento dell’avv. Paolo Amato, consulente Anaste, sugli aspetti giuridico contrattuali che ogni Rsa deve applicare con preziosi consigli su obblighi di legge, ma anche su come osservare le regole cercando di ottimizzare costi e investimenti, con un occhio particolare al lavoro ed al personale.
Di seguito, altro relatore, il direttore generale della Fondazione Giovanni XXIII Nicola Castro di Ansdipp ha fornito una chiara fotografia della situazione esistente in Puglia, dove la Regione, nonostante limiti di bilancio, è riuscita nel 2022 ad aggiornare le tariffe delle rette e delle convenzioni, dopo 10 anni di attesa. Ora bisognerà ridefinire le condizioni degli accreditamenti e rivendicare la parità di retribuzione per il personale delle Rsa con i dipendenti del settore sanitario pubblico.
Alla fine, il messaggio forte è passato: le Rsa non possono più aspettare che gli apparati governativi investano su di loro per migliorare il sistema dell’assistenza e riabilitazione territoriale. Una spinta può arrivare solo con la firma della petizione, quel Manifesto per le Rsa che si trova già in rete e che solo nello spazio del Forum NA di Bari ha fatto un balzo in avanti, con circa 21mila firme già raccolte.
Per maggiori informazioni sul MANIFESTO PER LE RSA: