Uno studio importante che potrebbe essere d’aiuto nei casi di melanoma grave: è finanziato da Fondazione Humanitas per la Ricerca e si concentra sui due biomarcatori Ambra1 e Loricrina. Saperne di più potrebbe confermarne l’efficacia predittiva per forme di melanoma ad alto rischio in pazienti con malattia iniziale. Ciò potrebbe essere utile a un più efficace approccio terapeutico.

«La prognosi e la sopravvivenza del melanoma maligno – spiega il dottor Renato Parente, responsabile di Anatomia Patologica dell’ospedale Humanitas Gradenigo di Torino – dipendono fortemente dalla diagnosi precoce e dal trattamento. Attualmente per i melanomi in stadio iniziale (Stadio 1), i criteri prognostici e predittivi proposti dall’American Joint Committee on Cancer (AJCC), basati sulla caratterizzazione istologica del tumore attraverso l’individuazione del suo spessore e del grado di ulcerazione, non forniscono un’analisi completa, non consentono cioè di valutare pienamente il rischio di progressione della malattia che si verifica fino al 15% di melanomi ad apparente bassa malignità. Grazie ai finanziamenti di Fondazione Humanitas per la Ricerca, abbiamo avviato uno studio che potrebbe confermare l’affidabilità di due biomarcatori, chiamati Ambra1 e Loricrina, che consentirebbe di sottocategorizzare il melanoma ad alto rischio in pazienti con malattia a uno stadio iniziale».

Se la ricerca offre speranza, sono invece in stallo i buoni comportamenti di attenzione alla pelle, specificatamente dall’attacco dei raggi ultravioletti, attivi non solo sotto il sole, ma tutto l’anno. Anche senza o con poco sole, la “sun skin care”, ovvero l’applicazione di filtri solari funzionali e selettivi per il fototipo di pelle e il proprio fattore di rischio, deve diventare un must nella routine quotidiana.

Obiettivo: proteggere la pelle dal rischio di melanoma nelle quattro stagioni; nuvole, basse temperature, cieli plumbei non sono uno schermo contro l’azione di raggi solari e dei loro danni. Tra questi la possibilità di sviluppo di melanoma, il più aggressivo tumore della pelle, in crescita anche nelle nuove generazioni per errori di approccio al sole di gioventù, durante infanzia e adolescenza, di cui lo scotto si paga in età adulta.

A parlare sono sempre i numeri: 12.700 casi stimati nel 2023, secondo i dati de “I numeri del cancro 2023” di AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), di cui 7 mila nuove diagnosi fra gli uomini e 5.700 fra le donne.

Insomma, occorre cambiare l’approccio di utilizzo della crema solare, non più strumento solo “da spiaggia”, ma un facilitatore della bellezza e protezione della pelle.

Per chi vuole saperne di più, educandosi al corretto uso dei solari, è possibile seguire il webinar organizzato da Fondazione Humanitas per la Ricerca ed Acqua dell’Elba, che si svolgerà il 9 Aprile dalle 17 alle 18 collegandosi al link: https://us02web.zoom.us/webinar/register/WN_CpbHOjtJTFCDZK28PXCdGA.

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