”Torna la stagione dei tagli alla sanità pubblica. Oggi, nel Paese che nel 2000 si collocava al secondo posto al mondo (dopo la Francia) per la qualità del servizio sanitario nazionale secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), ci stiamo dirigendo – un passo alla volta, neppure tanto lentamente – nella stessa paradossale direzione della ‘privatocrazia’ perche’ almeno il 60% dei fondi pubblici finisce in mano ai privati; più del 50% delle strutture che si occupano di malattie croniche sono private cosi’ come lo sono piu’ dell’ 80% delle istituzioni di assistenza sanitaria residenziale”.  Lo afferma, in una nota, Marco Paccagnella presidente di Federcontribuenti che spiega come dopo la  brutale esperienza italiana della pandemia ”ritorna in voga invece la stagione dei tagli alla sanità pubblica, come se non bastasse lo schiaffo in faccia delle insufficienti risorse del PNRR assegnate ai servizi sanitari devastati da Covid-19. I tagli al comparto della salute fanno capolino già dalle prime bozze del Def, in stupenda sintonia con le proiezioni del Fondo Monetario Internazionale, che prevede 143 Paesi sotto la morsa di nuove riforme di austerity entro la fine del 2024: l’85% della popolazione mondiale”.   ”Sprechi e disuguaglianze senza ostacoli – sottolinea il presidente dell’ associazione dei consumatori – un percorso di privatizzazione della salute in Italia torna alla grande dopo la breve pausa pandemica, senza trovare alcun ostacolo. La situazione ha raggiunto livelli più che allarmanti come l’evasione fiscale da parte di medici e professionisti di studi e strutture private che convincono il paziente, con uno sconto del 20%, a non fatturare”.  Secondo Federcontribuenti infine ”privatizzare non significa risparmiare risorse pubbliche anzi e’ solo drenaggio dei soldi pubblici ovvero di noi cittadini. Ma purtroppo la progressiva privatizzazione della sanità avanza in tutto il mondo, quello italiano è solo il tassello di un fenomeno più ampio e globale”. 

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